Replying to L' EDUCAZIONE DEI FIGLI NELL' ISLAM
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PippoPippaPippePosted: 12/6/2016, 21:41
CITAZIONE (PAOLASIRIA @ 25/8/2015, 15:30) 
SALVE IO SONO UNA DONNA CRISTIANA CHE HA SPOSATO UN UOMO MUSULMANO,VORREMMO AVERE DEI FIGLI,INCHALLAH,E MIO MARITO VORREBBE CHE IO CONOSCESSI COSA FARE E COME MEGLIO CRESCERE NOSTRO FIGLIO NEL RISPETTO DELL ISLAM
BENE IO VOGLIO CAPIRE E COLLABORARE
COSA MI CONSIGLIATE?
ALTRA DOMANDA
IO AMO MOLTISSIMO GLI ANIMALI PERCHE CREDO FERMAMENTE CHE SIANO DELLE ANIME PURE E HO UN CANE DI PICCOLA TAGLIA CHE VIVE CON NOI
SO CHE PER LA RELIGIONE MUSULMANA QUESTO NON E'CONSENTITO E NON CONDIVIDO IL FATTO CHE SI DICA CHE LA SALIVA DEL CANE SIA IMPURA O COSE DEL GENERE...MA IO NON IMPONGO NULLA A NESSUNO,E'SOLO IL MIO MODO DI PENSARE E CREDERE
COME POSSO GESTIRE TUTTO QUESTO CON L ARRIVO DI UN FIGLIO?
GRAZIE ANTICIPATAMENTE PER LA RISPOSTA E SPERO DI NON AVER MANCATO DI RISPETTO A NESSUNO SENZA VOLERLO

Hai sbagliato a sposare un uomo di cui non condividi il pensiero e il credo.

Grazie per la discussione!
PAOLASIRIAPosted: 25/8/2015, 14:30
SALVE IO SONO UNA DONNA CRISTIANA CHE HA SPOSATO UN UOMO MUSULMANO,VORREMMO AVERE DEI FIGLI,INCHALLAH,E MIO MARITO VORREBBE CHE IO CONOSCESSI COSA FARE E COME MEGLIO CRESCERE NOSTRO FIGLIO NEL RISPETTO DELL ISLAM
BENE IO VOGLIO CAPIRE E COLLABORARE
COSA MI CONSIGLIATE?
ALTRA DOMANDA
IO AMO MOLTISSIMO GLI ANIMALI PERCHE CREDO FERMAMENTE CHE SIANO DELLE ANIME PURE E HO UN CANE DI PICCOLA TAGLIA CHE VIVE CON NOI
SO CHE PER LA RELIGIONE MUSULMANA QUESTO NON E'CONSENTITO E NON CONDIVIDO IL FATTO CHE SI DICA CHE LA SALIVA DEL CANE SIA IMPURA O COSE DEL GENERE...MA IO NON IMPONGO NULLA A NESSUNO,E'SOLO IL MIO MODO DI PENSARE E CREDERE
COME POSSO GESTIRE TUTTO QUESTO CON L ARRIVO DI UN FIGLIO?
GRAZIE ANTICIPATAMENTE PER LA RISPOSTA E SPERO DI NON AVER MANCATO DI RISPETTO A NESSUNO SENZA VOLERLO
nour_einyPosted: 26/1/2011, 16:20
molto interessante!!!!
hayat_2albyPosted: 23/1/2011, 04:30

Etica : Islam e l'educazione dei figli




Allah ha imposto ai genitori una sana educazione dei figli fino a che essi raggiungano la maturità. L’importanza dell’educazione è sottolineata da un celebre hadith del Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam):

“Ogni bambino nasce secondo la natura originaria (fitra) datagli da Allah (SWT). Sono i genitori che ne fanno un ebreo, un cristiano o un mago…” (riportato da Muslim).
Ogni bambino è creato nello stato di innocenza.

La madre, in quanto prima nutrice e prima culla del bebè, è la principale responsabile della Via che seguirà suo figlio. Sarà la sua educazione ad indirizzarlo verso la Retta Via o verso il ‘kufr’ (miscredenza).
Vi sono innanzitutto dei doveri naturali di protezione verso il bebè, fin da quando è ancora nell’utero; seguono poi l’allattamento, la tenerezza e la cura che gli vengono riservate quando è neonato, la scelta di un nome conveniente, le cerimonie relative alla nascita (‘aqiqa, circoncisione, ecc.)
Dovere essenziale della madre non è solo quello di ‘crescere’ materialmente, ma soprattutto quello di EDUCARE i suoi bambini all’Islam fin dai primi anni della loro vita. Questa è una grossa responsabilità per la donna, poiché il Profeta (s) disse che ad ognuno sarà chiesto conto del suo ‘gregge’, e il gregge della donna è la famiglia.
Educare e orientare dei figli all’Islam è, senza dubbio, molto difficile, soprattutto in una società non-islamica, dove i bambini ricevono continuamente dei ‘messaggi’ dall’esterno, il più delle volte molto lontani dalla Legge di Allah (SWT).
La sorella saudita Fatima Naseef (per anni direttrice del dipartimento di Studi Islamici all’Università di Jeddah) è l’autrice di una tesi universitaria sui diritti e sui doveri della donna Musulmana alla luce del Sublime Corano e della Nobile Sunnah.
Con la speranza che i suoi preziosi consigli possano aiutare tutte noi sorelle nel difficile compito di educare i Musulmani del futuro, riportiamo alcune pagine della sua opera, concernenti appunto l’educazione dei figli.
Al-Ghazali consacra nella sua opera ‘”Ihya’ ‘ulum ad-Din” , La Vivificazione delle scienze religiose, un passaggio all’educazione dei bambini in cui scrive:
“Sappi che l’apprendimento dei bambini è una missione molto difficile e importante. Il bambino è un deposito nelle mani dei genitori. Il suo cuore ancora puro è una perla preziosa e candida, vuota da ogni immagine, atta a ricevere e ad essere influenzata da tutto ciò che viene in contatto con lei. Se il bambino viene allevato abituandolo alla Via del Bene e della Conoscenza, crescerà così e sarà felice quaggiù e nell’Aldilà. La ricompensa dei suoi atti la spartirà con i suoi genitori e con tutti coloro che l’hanno educato. Al contrario, se sarà educato e allevato nella via del male e sarà lasciato a se stesso come una bestia, crescerà così e sarà miserabile e perdente. Il fardello dei suoi crimini, lo dividerà con i suoi tutori e con coloro che l’hanno educato… La protezione (dei bambini) consiste evidentemente nell’insegnare loro le buone azioni e nell’allontanarli dalle cattive frequentazioni”.



tratto da:
“Diritti e Doveri della Donna nell’Islam”
della dottoressa Fatima Naseef


L’EDUCAZIONE CORPORALE

Tra le cose che la madre deve prendere in considerazione nell’educazione fisica di suo figlio, vi sono i consigli e le raccomandazioni che ci ha lasciato il Profeta (s) e che riassumerò così:

a) L’igiene
Alla base della buona salute, vi è la pulizia. Cosciente dell’importanza costituita da questa nella vita umana, il Sublime Corano parla più volte nei Suoi versetti sia della pulizia individuale che di quella del luogo in cui si vive.

Il Sublime Corano ha istituito la purità come condizione essenziale del compimento di ogni atto rituale; per ciò che riguarda la preghiera, per esempio, perché sia valida è necessario che colui che la compie sia pulito, così come devono essere puliti i suoi vestiti e il luogo di preghiera.

L’importanza della pulizia è tale nell’Islam che il Messaggero di Allah (s) disse: “La purezza è metà della fede” (riportato da Muslim). A questo riguardo, è dovere della donna Musulmana tenere la sua casa pulita, allontanando ogni sporcizia o impurità, in modo che questo luogo sia adatto al compimento della preghiera.

La moschea della donna è la sua casa. Allah (SWT) dice:

…”Purificate la Mia Casa per coloro che vi gireranno attorno, vi si ritireranno, si in-chineranno e si prosterneranno” (Corano II. Al-Baqara (La Giovenca), 125)


Al-Qurtubi ha scritto: “Ciò ingloba tutte le case di Allah (SWT) che devono essere, anch’esse, purificate. Egli (SWT) ha parlato in particolare della Ka’bah per il suo carattere estremamente sacro” (Al-Qurtubi: “Tafsir” -Commentario – del Corano).
La madre è dunque tenuta ad insegnare ai suoi bambini le nozioni elementari di pulizia, e ciò fin dalla più tenera età. Deve insegnare loro a purificarsi dopo i bisogni naturali e a fare le abluzioni rituali, sorvegliandoli attentamente. Se ha una figlia, è tenuta ad insegnarle le regole concernenti le mestruazioni, quando raggiunge l’età della pubertà, così come deve insegnarle le nozioni di pulizia, sia per ciò che riguarda il suo corpo che per ciò che riguarda i vestiti.

E’ così che fece il Profeta (s) con le donne, alle quali diede delle nozioni sulla purezza rituale, così come le sue spose (r) che insegnavano alle donne ciò che queste, per pudore, non potevano chiedere al Profeta (s).

Tutte queste cose sono necessarie per la buona salute, la pulizia e la bellezza della ragazza.

Se la madre insegna ai suoi bambini le nozioni e le regole della pulizia fin da piccoli, non vi è dubbio che essi ne saranno in seguito profondamente impregnati.

Tra queste regole, citiamo:

- il modo di andare in bagno, di purificarsi e di eliminare la sporcizia dovuta all’orina. Queste cose devono essere insegnate al bambino fin da piccolo, per non rischiare che sia negligente da adulto. L’Islam, infatti, promette un castigo a colui che orina e non si purifica. Secondo un hadith riportato da Muslim e tramandato da Ibn ‘Abbas (r), l’Inviato di Allah (s), passando vicino a due tombe, disse: “Ecco due (uomini) che sono stati puniti; uno non si puliva della sozzura della sua orina, il secondo diceva male degli altri”. Chiese poi un rametto di palma fresco, lo divise in due, e ne piantò una parte su ogni tomba, poi disse: “Può darsi che questo alleggerirà il peso delle loro sofferenze, finché questi due rametti non saranno secchi”.

Il Profeta (s) insegnava ai suoi Sahaba (Compagni (r)) come andare alla latrina e come fare i propri bisogni. Diceva: “Che nessuno di voi tenga il suo pene con la mano destra quando urina; che non si pulisca

con la mano destra e che non soffi nel suo recipiente” (riportato da Muslim).

- la madre è anche tenuta ad insegnare ai suoi bambini a pulirsi i denti più volte al giorno aiutandosi con il siwak (piccolo bastoncino con il quale il Profeta (s) si puliva i denti), per proteggerli dalle malattie e per essere fedeli alla Sunnah del Profeta (s), che disse: “Il siwak è una purificazione per la bocca e una soddisfazione per il Signore” (Sunan Nisa’i).

L’interesse che l’Islam accorda alla pulizia dei denti è grande, a tal punto che il Profeta (s) disse: “Se non avessi timore di mettere la mia comunità nell’imbarazzo, le avrei ordinato di pulirsi i denti prima di ogni preghiera” (Sahih Muslim). L’Imam Nawawi scrive a questo proposito: “Questo hadith ci mostra i benefici permanenti del siwak e insiste sul suo utilizzo quotidiano”.

- La madre deve insegnare ai suoi bambini come compiere le abluzioni, poiché la preghiera è obbligatoria a partire dall’età di 7 anni. Le abluzioni sono la prova migliore dell’incitazione dell’Islam alla pulizia. Esse consistono nel lavare con acqua pura le parti del corpo più esposte, come dice Allah (SWT) nel Sublime Corano:


O voi che credete! Quando vi levate per la preghiera, lavatevi il volto, le mani (e gli avambracci) fino ai gomiti, passate le mani bagnate sulla testa e lavate i piedi fino alle caviglie… (Corano V. Al-Ma’ida (La Tavola Imbandita), 6)


La Sunnah ci spiega in dettaglio il modo in cui il Profeta (s) faceva le sue abluzioni: “Si sciacquava la bocca, poi si lavava il viso tre volte di seguito prima di lavarsi il braccio destro tre volte, poi quello sinistro tre volte. Poi si bagnava di nuovo le mani e le passava sui capelli e quindi si lavava i piedi fino alle caviglie” (trasmesso da ‘Abdullah ibn Zayd ibn Asim; riportato da Muslmi).

- La madre deve anche abituare i bambini a fare spesso il bagno e il ghusl (bagno rituale), poiché questi atti procurano la purezza necessaria al benessere. E’ per questo che l’Islam insiste tanto sul bagno, obbligatorio in alcuni casi e facoltativo in altri. Inoltre, per far sì che il Musulmano sia sempre pulito, il Profeta (s) ha posto l’accento sulla purificazione rituale del venerdì, giorno della preghiera congregazionale; e il ghusl in questo giorno è il minimo richiesto ad ognuno.

Nel Sahih di Muslim è citato il seguente hadith trasmesso da ‘Abdullah ibn ‘Umar, secondo il quale il Profeta (s), mentre si trovava sul minbar, disse: “Che colui tra voi che viene alla preghiera del venerdì si lavi”.

Così come l’Islam si è interessato alla pulizia del corpo, allo stesso modo ha pensato alla purezza dei vestiti. Allah (SWT) dice:


…e le tue vesti purifica…

(Corano LXXIV. Al-Muddaththir (L’Avvolto nel Mantello), 4)


La pulizia dei vestiti è, così come quella del corpo, una condizione essenziale per poter compiere la preghiera. Il Musulmano non si preoccupa della bellezza dei suoi vestiti solo per l’apparenza esteriore, ma sta sempre attento che i suoi abiti siano puri, per poter compiere l’adorazione quotidiana.

Certamente, l’attenzione del Musulmano verso il suo aspetto fisico aumenta in occasione delle feste e delle occasioni religiose. Allah (SWT) dice:

O Figli di Adamo, abbigliatevi prima di ogni orazione

(Corano VII. Al-A’raf, 31)


intendendo parlare degli abiti che coprono la nudità dell’uomo e gli danno un’apparenza conveniente.

Il Profeta (s) si prendeva cura della sua persona e dei suoi vestiti, apparendo sempre pulito ed elegante. Alcuni Sahaba (r) avevano l’abitudine di recarsi alla preghiera del venerdì coi loro abiti da lavoro; il Profeta (s) disse loro: “Perché non vi comprate due vestiti per la preghiera del venerdì, oltre ai vostri vestiti da lavoro?” (Sunan Ibn Majah).

Il Profeta (s) invitava anche i suoi Sahaba (r) a profumarsi: “A colui che si alza il giorno di venerdì, si purifica come di deve, mette l’abito migliore, si profuma e poi si reca in moschea evitando di pronunciare parole futili e di sparlare delle persone seminando l’odio tra loro, verranno perdonati i peccati fino al venerdì successivo” (Sunan Ibn Majah).

b) L’alimentazione
Tra le cose importanti che la madre deve prendere in considerazione nel nutrire i suoi bambini, citiamo:

- Che il cibo sia lecito, nutriente e non nocivo per la salute, e che contenga gli ingredienti necessari alla buona crescita dei bambini. Dice Allah (SWT):

O uomini, mangiate ciò che è lecito e puro di quel che è sulla terra, e non seguite le orme di Shaytan. In verità egli è un vostro nemico dichiarato.

(Corano II. Al-Baqara (La Giovenca), 168)


La madre deve prestare attenzione al fatto che il cibo sia lecito e acquistato onestamente.

Secondo un hadith trasmesso da Jabir (r), il Profeta (s) disse: “L’accesso al Paradiso è negato a tutta la carne cresciuta grazie a un nutrimento male acquisito. Il fuoco sarà pronto a riceverla” (riportato in “Mishkat al-Majabih” – A. Tabrizi).

La donna Musulmana deve temere i beni materiali acquisiti illecitamente e deve raccomandare al suo sposo di non macchiare il frutto del suo lavoro nemmeno con un granello illecito, anche se dovessero passare la notte a stomaco vuoto.

- Che i pasti siano organizzati secondo orari precisi per la buona salute e la buona digestione dei bambini. In conformità con la Sunnah del Profeta (s), i Sahaba (r) si alzavano sempre da tavola prima di essere sazi, in modo da lasciare un posto nello stomaco per l’acqua e l’aria. Il Profeta (s) disse: “Qualche boccone di cibo è sufficiente ai Figli di Adamo per vivere. Ma colui che vuole mangiare in abbondanza, dovrà dividere il suo stomaco in questo modo: un terzo per il cibo, un terzo per l’acqua e un terzo per la respirazione” (Sunan Tirmidhi).

- La moderazione nel cibo e nelle bevande è un dovere per il Musulmano, che non deve mai mangiare fino all’indigestione. Dice Allah (SWT):

…Mangiate e bevete, ma senza eccessi, ché Allah non ama chi eccede.

(Corano VII. Al-A’raf, 31)


Seguendo scrupolosamente le regole sanitarie profetiche concernenti il cibo, la madre Musulmana protegge-rà i suoi bambini dalla eccessiva grassezza, questa malattia che limita le attività dell’individuo e può essere causa di altre gravi complicazioni.

Il Califfo ‘Umar ibn al-Khattab (r) diceva: “State in guardia dall’obesità, poiché essa incita alla pigrizia durante la preghiera e rende il corpo molle e fragile. Siate sobri perché questo vi aiuterà fisicamente e nei vostri atti di adorazione”.


Tra i doveri della madre verso i figli, vi è quello di inculcare loro, fin dalla più tenera età, ‘le buone maniere a tavola’: pronunciare il Nome di Allah (SWT) (Bismillah) prima di cominciare a mangiare, prendere il cibo con la mano destra e prendere ciò che si ha davanti. ‘Umar ibn Salama (r) disse: “Stavo mangiando seduto sulle ginocchia del Profeta (s). Passavo la mano da una parte e dall’altra del piatto, quando egli (s) mi disse: “Piccolo, pronuncia il Nome di Allah (SWT), mangia con la mano destra e prendi ciò che hai davanti”.”.

Nawawi spiega: “…(mangiare) dalla parte degli altri (cioè il cibo che si trova davanti al vicino) è un segno di maleducazione e di scortesia suscettibile di suscitare il disgusto di coloro che dividono il pasto (con noi)”.

Secondo un altro hadith, il Profeta (s) disse: “Quando qualcuno di voi mangia o beve, che lo faccia con la mano destra, poiché Shaytan mangia e beve con la mano sinistra” (riportato da Muslim).

Il Profeta (s) non permetteva a nessuno di mangiare senza prima aver pronunciato il Nome di Allah (SWT), poiché in caso contrario Shaytan si potrebbe nutrire di questo cibo.

Inoltre, secondo la Sunnah, è vietato soffiare nel bicchiere in cui si sta bevendo. Il Profeta (s) beveva in tre sorsi successivi, soffiando tra un sorso e l’altro, ma all’esterno del bicchiere.

c) Lo sport
Perché il bambino possa crescere forte e robusto, è dovere dei genitori incoraggiarlo a praticare uno sport. Salama ibn al-Akwa (r) riferì il seguente hadith: “Il Profeta (s) passò un giorno vicino a delle persone conver-tite di recente che si stavano esercitando al tiro con le lance. Si mischiò ad essi e disse: “Lanciate, figli di Ismaele, ché il vostro antenato era un tiratore!”. Aggiunse, rivolgendosi a un gruppo: “Lanciate, e io sono coi figli del tale!”. L’altro gruppo allora abbassò le braccia in segno di rispetto. Vedendoli così, il Profeta (s) chiese: “Perché non tirate?”, ed essi risposero: “Come possiamo tirare, se tu sei con loro?”. Allora il Profeta (s) disse: “Tirate! Io sono con tutti voi!”.” (Sahih al-Bukhari).

d) Le cure mediche
La donna è tenuta a vegliare sulla salute dei bambini, curandoli prontamente quando si ammalano, poiché la sua negligenza potrebbe portare gravi danni alla loro salute futura.

L’uso delle medicine e delle cure mediche sono imposti dalla Legge divina; Jabir (r) riporta che il Profeta (s) disse: “Per ogni malattia vi è un rimedio” (riportato nel Sahih di Muslim). Ciò giustifica il ricorso alle cure.

Usamah Ibn Sharik (r) disse: “Ero col Profeta (s) quando dei nomadi vennero a chiedergli: “O Messaggero di Allah, ci è permesso prescrivere medicamenti?”. Egli (s) rispose: “Sì, o servi di Allah (SWT). I medicamenti vi sono permessi. Allah (SWT) non ha creato nessuna malattia senza creare una cura, salvo una malattia: la vecchiaia”.” (Sunan Tirmidhi).


L’EDUCAZIONE INTELLETTUALE

Allah (SWT) ha favorito l’essere umano su tutte le altre creature dotandolo della ragione, che è senza dubbio il più grande beneficio. E’ per questo che la formazione intellettuale del bambino è di una importanza capitale. E’ un dovere per la madre occuparsi dell’educazione intellettuale dei suoi figli stimolando le loro capacità e i loro doni naturali.

La madre deve vegliare sull’istruzione dei suoi bambini. Questa comporta:

a) L’apprendimento della lettura e della scrittura

L’ordine divino di leggere è apparso fin dalla rivelazione del primo versetto coranico:

Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, ha creato l’uomo da un’aderenza. Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato mediante il calamo, che ha insegnato all’uomo quello che non sapeva.

(Corano XCVI. Al-’Alaq (L’Aderenza), 1-5)


E’ attraverso la lettura e la scrittura che l’uomo assimila ciò che non sapeva. Allah (SWT) gli rivela la conoscenza e sviluppa la sua ragione attraverso la scienza. Ibn Kathir scrive a questo proposito nel suo Tafsir del Corano:

“Tra i benefici dell’Altissimo, vi è l’insegnamento all’uomo di ciò che non sapeva. E’ questo il grado attraverso il quale il padre dell’umanità, Adamo (*), ha superato gli Angeli”.

Dunque la lettura è il primo punto di riferimento dell’educazione intellettuale, e ciò spiega l’ordine divino primordiale nel primo versetto rivelato al Profeta (s) e alla sua Ummah (comunità).

Quanto alla scrittura, è il secondo principio dell’istruzione dopo la lettura. Ricordando ai Suoi servi i benefici del calamo, Allah (SWT) mostra l’importanza della scrittura. Secondo Sa’id (r), Qatada (r) disse: “Il calamo è uno dei più grandi benefici concessi da Allah (SWT). Senza di esso, non vi sarebbe né religione, né vita degna di questo nome. Egli ci ha messi alla prova con la Sua grande Generosità, insegnandoci ciò che non sapevamo e facendoci uscire dalle tenebre dell’ignoranza verso la luce della scienza. Ha attirato, nello stesso tempo, la nostra attenzione sui meriti dell’apprendimento della scrittura, poiché essa nasconde dei benefici che Lui solo conosce” (riportato nel Tafsir di Qurtubi).

Il Profeta (s) non perdeva occasione per incitare i Musulmani ad apprendere la lettura e la scrittura. Gli autori di Sirah (biografie del Profeta (s)) riportano che egli esigette, dopo la Battaglia di Badr, che i prigionieri Quraysh insegnassero ai bambini Musulmani i rudimenti della scrittura quale riscatto per la loro liberazione.

Meglio ancora, la ricerca del Sapere è considerata nell’Islam come un obbligo religioso. L’Inviato di Allah (s) disse a questo proposito: “La ricerca del Sapere è un dovere per ogni Musulmano” (Sunan Ibn Majah).

E’ dunque dovere della madre vigilare sull’istruzione dei suoi bambini, insegnando loro le scienze religiose e profane che permetteranno loro di vivere una vita degna e di essere utili alla comunità islamica grazie alle loro conoscenze e alle loro competenze.

Il Profeta (s) aveva l’abitudine, quando insegnava ai suoi Sahaba (r) i principi della religione, di incitarli a fare altrettanto con le loro spose e i loro bambini. Abi Malik Ibn al-Huwairat (r) raccontò: “Eravamo rimasti venti giorni dal Profeta (s), quando eravamo giovani. Un giorno, accorgendosi del nostro desiderio di rivedere le nostre famiglie, ebbe misericordia di noi e ci disse: “Ritornate dalle vostre famiglie e insegnate loro ciò che avete imparato. Pregate come mi avete visto fare e quando l’ora della preghiera arriverà, che qualcuno tra voi faccia l’appello (adhan) e che il più anziano diriga la preghiera”.” (Sahih al-Bukhari).

Che ciascuna madre si consacri dunque a dare ai propri bambini il massimo dell’istruzione possibile, poiché è là che risiede il loro benessere. Ella deve dividere e organizzare il loro tempo tra gli studi, il riposo e la scuola, sempre vigilando su di loro.

Deve aiutarli ed orientarli, seguendo insieme al loro padre la loro istruzione.

Inoltre, deve recarsi regolarmente alla scuola che frequentano i bambini, per informarsi dei loro progressi nell’apprendimento e del loro comportamento.

(...)


Fonte : ummusama.wordpress.com

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L’EDUCAZIONE DEI FIGLI
di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo


Un giorno in una moschea mi hanno chiesto alcuni fratelli un parere sui giovani, da quel dibattito spontaneo e improvvisato –a volte riescono meglio di quelli preparati- prendo spunto per questo articolo, inshaAllah. Molti genitori sono preoccupati per i loro figli, temono che non cresceranno islamicamente in modo corretto in questa società che insegna spesso cose negative e totalmente contrarie all’Islam. Bisogna cominciare dai più piccoli, dai bambini, in modo che possano crescere con gli insegnamenti del Corano e del nostro Profeta Muhammad (saw). Spesso nell’infanzia i bambini sono attratti da cartoni animati che non centrano nulla con l’Islam, dai video clip musicali di Shakira o simili, e dalle lotte tipo i lottatori di Wrestling come Batista o Rey Mysterio. Dobbiamo cercare di spostare il loro interesse su cose che potrebbero a loro piacere ma che insegnino qualcosa di religioso, e qui dobbiamo davvero impegnarci noi in prima persona, inshaAllah. Quindi proporre cartoni animati islamici, corsi religiosi e di arabo nelle moschee. Le moschee hanno un ruolo importantissimo, che dovrebbero sfruttare al meglio coinvolgendo i bambini. È un modo per farli tornare nella nostra realtà religiosa, poiché molti di loro studiano nelle scuole italiane dove insegnano anche cose contrarie ai nostri precetti religiosi. Il figlio di un fratello un giorno è tornato dal padre con una domanda “ma papà è vero che noi proveniamo dalle scimmie?”, gli avevano insegnato quella famosa teoria di Darwin (vedi anche articolo da pag.5). Il padre gli ha spiegato che non è così, la madre è rimasta sbalordita, non aveva mai sentito una cosa simile in Egitto. Così ho detto al bimbo “ogni volta che torni da scuola dì tutto ai tuoi genitori, qualsiasi cosa che fai e che ti insegnano, non dimenticarlo”. Gli avevano anche insegnato che siamo figli di Dio, il nostro Sacro Corano dice chiaramente che non siamo figli di Dio ma Sue creature. Quindi il padre in casi come questo deve spiegare ai propri figli di rispettare il credo degli altri, però anche di prendere certe distanze da cose a noi totalmente proibite. Sono in quei anni che comincia a formarsi il carattere e l’educazione di una persona, per poi arrivare all’adolescenza. Altro periodo particolare, il più difficile per una persona. Mi ricordo la mia adolescenza e ricordandola non posso che capire il pensiero degli adolescenti, inshaAllah. Il loro sogno è raggiungere la maggiore età per poter essere più liberi nelle loro scelte e nella vita, anche i musulmani. Bisogna a questo punto capire che tipo di “libertà”, spesso viene confusa con le cose futili e proibite “haràm”. A quell’età si tende spesso a copiare e quindi assimilare tutto ciò che ci insegna nel bene e nel male l’Occidente. Dallo stile di vita, all’abbigliamento, dal linguaggio, alle preferenze musicali ecc… E quindi ecco la camminata strana, il pantalone a vita bassa, la musica hip hop o metal, il tatuaggio, l’orecchino.

I genitori devono stare vicini ai loro figli anche a quell’età critica, difficile. Per non finire poi in situazioni come la pakistana uccisa o la marocchina picchiata perché amava vivere all’Occidentale. Spesso questi genitori non sono praticanti e scoprono la Fede troppo tardi e il più delle volte in modo errato, ultra rigido ed estremo. Quindi passano dal vivere la fede in modo disinteressato al modo rigido, questo può creare squilibrio, l’Islam è equilibrio, non mi stancherò mai di dirlo. È sbagliato anche il rapporto che hanno molti musulmani nei confronti dei loro figli, spesso li osservo e vedo in loro un comportamento troppo dittatoriale, severo. Ve bene, non bisogna nemmeno essere permissivi in tutto, ma nemmeno rimproverare in continuazione i figli, sgridarli, pretendere questo e quello. Ho spiegato ai fratelli che dobbiamo essere amici dei nostri figli e non creare barriere inutili. Essere amici non significa farsi mancare di rispetto, maltrattare ed acconsentire ai loro capricci. Essere amici vuol dire ascoltarli,creare un dialogo, giocare con loro. In questo modo i figli vi chiederanno consigli, si confideranno e staranno molto più attenti prima di fare qualcosa. È vero, il ruolo del genitore non è facile, ma è un impegno da prendere seriamente e non da sottovalutare. Alcuni genitori marocchini raccontavano la loro disgrazia, quella di vedere i loro figli seguire le sette sataniche, sotto l’influenza di amici più grandi. Si erano totalmente allontanati dalla religione e da Dio. Ripudiavano persino i loro nomi islamici, come se si vergognassero di portarli, adottando altri nomi più “cool”, più da tendenza. Ecco, per evitare di arrivare a quei livelli bisogna incominciare a lavorare con i propri figli sin dall’inizio, molto prima. E adesso? Non è troppo tardi, ma più difficile da recuperare. Che Allah ci guidi sempre sulla Retta Via inshaAllah.

da “Mondo Islam” n. 3