L APOSTASIA, (da completare)

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Krïsty
view post Posted on 16/8/2010, 12:34




CITAZIONE (mony85 @ 30/7/2010, 02:01)
ragazze se uno si volesse convertire? da cristiana a musulmana? aprire un topic con questo sarebbe interessante...
anche un altro: se un'italiana si converte e diventa musulmana... deve lo stesso sposarsi tramite consolato? o può fare il matrimonio normale tra musulmani?

Prendo spunto da questa domanda di mony85 per postare qualche informazione sul tema dell'apostasia,chiedo alle amministratrici di spostarle nella sezione che riterranno più oppurtuna,tutti i ducumenti sono stati presi da wikipedia.

APOSTASIA fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Apostasia

Il termine apostasia (dal greco απο, apo, "lontano, distaccato", στασις, stasis, "restare") definisce l'abbandono formale della propria religione (in tale contesto si parlerà più propriamente di apostata della religione). In questo senso è irrilevante se a seguito di tale abbandono vi sia l'adesione a un'altra religione (conversione) oppure la scelta areligiosa o atea. In senso stretto, il termine è riferito alla rinuncia e alla critica della propria precedente religione.
Molte religioni considerano l'apostasia un vizio, una degenerazione della virtù della pietà nel senso che quando viene a mancare la pietà, l'apostasia ne è la conseguenza; spesso l'apostata viene fatto bersaglio di condanne spirituali (ad esempio la scomunica) o materiali ed è rifuggito dai membri del suo precedente gruppo religioso.

Diritto internazionale
La Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani riconosce l'abbandono della propria religione come un diritto umano legalmente protetto dal Patto internazionale sui diritti civili e politici (…)
L'articolo 18 della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo recita: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Malgrado la carta dei diritti umani lo vieti, in alcune nazioni l'apostasia è punita, talvolta è prevista anche la pena di morte.


L'apostasia nelle religioni

ISLAM fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Ridda

Ridda (ردة) è un termine arabo che significa "apostasia dall'Islam".
La ridda, secondo le interpretazioni date dalla maggioranza degli esegeti del Corano, è sanzionabile con la pena di morte: questa, per essere esplicitamente indicata nel testo sacro, è definita "hadd" (nel senso che Dio impone un "limite" all'operato umano). Altre pene che per lo più sono considerate meritevoli di morte sono l'omicidio di un musulmano e l'adulterio conclamato. L'apostata (murtadd), una volta catturato, ha di fronte a sé la scelta tra la morte e il pentimento con ritorno alla fede islamica.
A mitigare la severità della sanzione del testo sacro dei musulmani sono però i diversi dispositivi di applicazione della pena elaborati dalle scuole giuridiche islamiche (madhhab, pl. madhāhib), che possono prevedere una breve reclusione "di riflessione" o anche una reclusione a tempo non determinato.
Il Corano non asserisce esplicitamente la necessità della condanna a morte dell'apostata (ad eccezione del verso 4:89), ma afferma che Dio (in Arabo, Allah) disprezza l'apostasia. Vedi i versi 3:72, 3:90,16:106,4:137 e 5:54 direttamente correlati all'apostasia e che non prescrivono una punizione terrena o la morte. Sulla base di questi versi, i Musulmani che credono solo nel Corano rifiutano qualsiasi sanzione civile o penale nei confronti degli apostati.

Riferimenti nei hadith

I hadith (l'insieme delle citazioni attribuite a Maometto e i racconti della sua vita da parte di persone che affermano di esserne state testimoni oculari) includono affermazioni che studiosi musulmani come lo shaykh Muhammad Salih al-Munajjid vedono come valida giustificazione alla pena di morte per apostasia. Qui sotto riportiamo soltanto quelle del Sahih di Bukhari, considerate affidabili dalla grande maggioranza dei Musulmani:
• Narrato da ‘Abd Allah: l’Inviato di Dio disse, “Il sangue di un musulmano che confessa che nessuno ha il diritto di essere adorato se non Allah e che io sono il suo inviato, non può essere sparso se non in tre casi: in caso di omicidio, nel caso in cui una persona sposata partecipi a un atto sessuale illegittimo e nel caso in cui una persona abbandoni l’Islam (apostata) e lasci [la comunità dei] musulmani.” 9:83:17
• Narrato da Abu Dharr: Il Profeta disse, “Gabriele mi ha detto, ‘Chiunque fra voi seguaci muore senza aver adorato nessun altro se non Allah, entrerà nel Paradiso (o non entrerà nel Fuoco (dell’Inferno)).” Venne chiesto al Profeta: “Anche se avesse commesso atti sessuali illegittimi o ladrocinio?” Egli replicò “Anche in quel caso.” 4:54:445
• Narrato da Abu Musa: Un uomo accettò l'Islam e in seguito ritornò al Giudaismo. Mu'adh b. Jabal venne e vide l'uomo assieme ad Abu Masa. Mu'adh chiese, "Cosa c'è che non va con questo (uomo)? Abu Musa rispose, "Egli ha accettato l'Islam e quindi è tornato al Giudaismo." Mu'adh disse, "Non mi siederò a meno che non lo ucciderai (in quanto questo è) il verdetto di Allah e del Suo Apostolo." 9:89:271
• Narrato da Ikrima: 'Ali bruciò alcune persone (ipocriti) e questa notizia raggiunse Ibn ‘Abbas, che disse, “Se fossi stato al suo posto non li avrei bruciati, perché il Profeta ha detto, ‘Non punite (nessuno) con la Punizione di Allah.’ Nessun dubbio comunque che li avrei uccisi, perché il Profeta ha detto, ‘Se qualcuno (un Musulmano) abbandona la sua religione, uccidetelo.’ “ 9:84:57


CRISTIANESIMO fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Apostasia_(Bibbia)

Il termine apostasia denota sostanzialmente, nell'ambito cristiano, la defezione dalla fede. Le persecuzioni dei primi cristiani forzano molti a rinnegare il discepolato cristiano, essi venivano indicati con il nome di lapsi. Essi manifestavano la loro apostasia, sotto costrizione, offrendo incenso ad una divinità pagana, oppure bestemmiando il nome di Cristo. L'imperatore romano Giuliano (detto, appunto, "l'apostata" dai suoi avversari cristiani) rinuncia al cristianesimo in favore del paganesimo poco dopo la sua salita sul trono. Una defezione apostata può essere intellettuale (sulla base dell'adesione a filosofie diverse), oppure morale e spirituale, come Giuda che tradisce il Signore per lucro.
Nel Nuovo Testamento, il termine "apostasia" [ἡ αποστασία] significa letteralmente "stare lontano da", un ritiro, una defezione, un tirarsi indietro, un venir meno da un impegno, da una fede, abbandonare il gruppo, l'organizzazione alla quale si appartiene, un "naufragare dalla fede".

Cause dell'apostasia sono indicate come:

• Paura della persecuzione: "Allora vi sottoporranno a supplizi e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome. Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si odieranno l'un l'altro" (Matteo 24:9,10).
• Prestare ascolto ad insegnamenti alieni ed ingannevoli: "E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti" (Matteo 24:11).
• Tentazioni e prove a cui non si resiste: "Quelli sulla roccia sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la parola con gioia; costoro però non hanno radice, credono per un certo tempo, ma al momento della prova, si tirano indietro" (Luca 8:13).
• Seguire lo spirito di questo mondo: "...e distoglieranno le orecchie dalla verità per rivolgersi alle favole" (2 Timoteo 4:4).
• Conoscenza difettosa di Cristo: "Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri" (1 Giovanni 2:19).
• Cadute morali: "Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile riportarli un'altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia" (Ebrei 6:4-6).
• Abbandono del culto pubblico e della spiritualità: "...non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno. Infatti, se noi pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari. Chiunque trasgredisce la legge di Mosè muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni. Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia? Noi infatti conosciamo colui che ha detto: «A me appartiene la vendetta, io darò la retribuzione», dice il Signore. E altrove: «Il Signore giudicherà il suo popolo». È cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente" (Ebrei 10:25-31).
• Incredulità "State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente"(Ebrei 3:12).


 
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hayat_2alby
view post Posted on 16/8/2010, 23:32




non potevo trovare articolo migliore per dettagli
( Jazaky Allahu khayran sorella umm usama)
http://ummusama.wordpress.com/2009/10/05/l...le-dei-peccati/

L’apostasia dall’islâm: il più abominevole dei peccati
ottobre 5, 2009 di ummusama


بسم الله الرحمان الرحيم
Nel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il Clementissimo

La Lode spetta ad Allah, Signore dei Mondi.
Che Allah (SWT) elevi il rango del nostro Profeta Muhammad, della sua Famiglia e dei Suoi Compagni, e protegga la Sua Nazione (Ummah) da tutti i pericoli.

Dice Allah (SWT):

Invero, la religione presso Allah è l’Islam (Corano III. Al-’Imran, 19)

L’Islam è la sola religione che Allah (SWT) accetti dai Suoi servi, e la sola religione che Egli ordini ai Suoi servi di seguire.
Colui che adempia al maggiore dei diritti di Allah (SWT) sul Suo servo, adorando soltanto Allah (SWT), senza attribuirGli nessun associato, e credendo nel Messaggio del Profeta Muhammad (s), sarà ricompensato con la perpetua dimora del Paradiso. Colui che, al contrario, scelga una religione diversa dall’Islam, e muoia in questo stato, sarà un perdente nel Giorno del Giudizio, e la sua eterna dimora sarà il Fuoco dell’Inferno, in cui la tortura non finirà né diminuirà mai.
Allah (SWT) non perdona colui che muore non-Musulmano, e nessuna delle buone azioni da lui compiute in questa vita sarà accettata dal Signore (SWT).

Dice Allah (SWT):

In verità Allah non perdonerà mai coloro che non credono, distolgono dalla Via di Allah e muoiono nella miscredenza (Corano XLVII. Al-Mulk (La Sovranità), 34)

In verità Allah non perdona che Gli si associ alcunché, ma, all’infuori di ciò, perdona chi vuole. Ma chi attribuisce consimili ad Allah, commette un peccato immenso (Corano IV. An-Nisa’ (Le Donne), 48)

La conoscenza delle delizie perpetue che attendono il Musulmano in Paradiso e le torture perenni che attendono all’Inferno colui che muoia non-Musulmano, dovrebbe rendere ogni Musulmano ansioso, prima di tutto, di tenersi stretto alla sua Religione.
Colui che desideri giungere positivamente alla fine della propria esistenza, dovrebbe cercare in tutti i modi di compiere ciò che è obbligatorio per lui e di allontanarsi da ciò che è proibito, e soprattutto dovrebbe sforzarsi di allontanarsi da tutto ciò che invalida, interrompe e compromette il suo Islam, portandolo all’apostasia.
E’ assolutamente prioritario mettere in guardia il Musulmano contro tutto ciò che lo può far uscire dall’Islam, conducendolo all’eterna dimora del Fuoco dell’Inferno.
Per questa ragione, i Sapienti dell’Islam includono dei capitoli sull’apostasia nei loro libri, per spiegare quali siano le cause che conducono l’uomo a commettere apostasia, e il giudizio concernente l’apostata, sforzandosi in questo modo di mettere in guardia i Musulmani contro questo enorme peccato.
Colui che non conosce il male può più facilmente incorrervi, ma a colui che impara che cosa significhi “apostasia” si apriranno gli occhi, e il suo cuore sarà colmo di timore e si guarderà bene dal commettere questa grave colpa.

L’Imam an-Nawawi definisce l’apostasia come un’interruzione dell’Islam, mediante l’intenzione, o mediante un’azione o una parola blasfema, e ciò sia che una frase blasfema sia stata pronunciata per scherzo, sia che sia stata detta per testardaggine, o con convinzione. L’Imam ritiene che l’apostasia sia il più abominevole tipo di blasfemìa.
Colui che sia diventato Musulmano, e in seguito abbia apostatato dall’Islam, ha commesso il più volgare dei peccati.
Si tratta di un crimine scellerato, e a colui che lo commette è riservata l’eterna dimora dell’Inferno, se muore senza esserne pentito.

I Sapienti delle quattro scuole giuridiche (madhahib) hanno classificato l’apostasia secondo 3 ca-tegorie: la convinzione (dell’apostasia) nel cuore, le azioni commesse con certe parti del corpo, e le parole pronunciate con la lingua.
Ar-Ramliyy, un Sapiente della scuola Shafiita, classificò l’apostasia secondo queste 3 categorie, dandone degli esempi nel suo libro, la Spiegazione del “Minhaj”, così come fece l’Imam an-Nawawi nel suo libro “Rawdat at-Talibin”.
Qadi ‘Iyad e l’Imam Muhammad ‘Ulaysh, della scuola (madhhab) Malikita, portano l’esempio di 3 tipi di apostasia.
Lo stesso fanno l’Imam Ibnu ‘Abidin e Badr ar-Rashid, della scuola Hanafita, e l’Imam al-Buhutiyy del madhhab Hanbalita.
Ibn as-Subkiyy dice nella sua opera “At-Tabaqat”: “l’Imam al-Ash’ariyy, i suoi discepoli e tutti i Musulmani non dissentono sul fatto che se qualcuno pronuncia una parola blasfema, o commette un’azione blasfema, è egli stesso un blasfemo (kafir). Questi non crede in Allah (SWT), e rimarrà nel Fuoco dell’Inferno per sempre, anche se nel suo intimo conosce la verità. Questo è un caso in cui vi è il consenso dei Sapienti, non si trovano due Musulmani che siano in disaccordo sulla questione.”.
Il Muhadith, Hafidh, Faqih e linguista Murtada az-Zabidiyy disse: “I Sapienti delle quattro scuole (madhahib) hanno esposto con autorità i vari tipi di apostasia”.
La classificazione dell’apostasia in queste tre categorie ne facilita la comprensione, in modo tale che, conoscendo la materia, sia più facile evitare di cadere in questo errore.
La classificazione può essere facilmente dedotta da numerosi versetti del Sublime Corano.

Dice Allah (SWT):

I veri credenti sono coloro che credono in Allah e nel Suo Inviato senza mai dubi-tarne… (Corano XLIX. Al-Haqqah (L’Inevitabile), 15)

Questo versetto (aya) ci fa capire quale sia la prima categoria di apostasia quella che riguarda la mancanza di fede nel cuore.

…non prosternatevi davanti al sole e davanti alla luna, ma prosternatevi davanti ad Allah che li ha creati, se è Lui che adorate (Corano XLI. As-Saff (I Ranghi Serrati), 37)

Questa aya ci dimostra che una seconda categoria di apostasia riguarda le azioni commesse con differenti parti del corpo.


Giurano in nome di Allah che non hanno detto quello che in realtà hanno detto, un’e-spressione di miscredenza; hanno negato dopo (aver accettato) l’Islam… (Corano IX. At-Tawba (Il Pentimento), 74)

Questo versetto spiega quale sia la terza categoria dell’apostasia, cioè quella che riguarda le parole blasfeme.

Ognuna di queste tre categorie è divisa in molte parti, e i Sapienti ne danno vari esempi.

§ Un esempio della prima categoria di apostasia – la mancanza di fede nel cuore – può essere quello di qualcuno che nutra dubbi nell’esistenza di Allah (SWT), o nel Messaggio recato dal Profeta Muhammad (s). E’ blasfemo anche dubitare del Messaggio recato da ognuno degli Inviati o dei Profeti di Allah (SWT) che si sa essere stati tali, come ad esempio Adam (Adamo *), Ibrahim (Abramo *), ‘Isa (Gesù *) o Musa (Mosè *).
Dubitare nella Rivelazione del Sublime Corano al nostro Profeta Muhammad (s) è blasfemìa, così come nutrire dubbi riguardo al Giorno del Giudizio, l’esistenza di Paradiso e Inferno, o altre materie che ci sono state esaurientemente spiegate dai Sapienti, come ad esempio il dubitare della Ricompensa e della Punizione.

Il dubitare riguardo a materie non comunemente conosciute dal semplice Musulmano, come ad esempio l’esistenza del Bacino (Hawd), presso il quale i Credenti berranno prima di entrare in Paradiso, non è blasfemìa, a meno che uno non si intestardisca a negarlo anche dopo che sia venuto a conoscenza del fatto che ciò fa parte della Religione. Se, dopo che gli sia stato spiegato, ci crede, allora è Musulmano. Se, venutone a conoscenza, lo nega, allora si tratta di blasfemìa.

Fa parte di questa categoria (la miscredenza del cuore) il fatto di credere che qualcosa oltre ad Allah (SWT) esista senza un inizio – come credevano i filosofi Greci.
Solo Allah (SWT) esiste senza essere cominciato, e i Suoi attributi sono eterni e perpetui e non cambiano. Tutto il resto è una creazione di Allah (SWT), ed ha avuto un inizio, ha cominciato ad esistere.
Qadi ‘Iyad, al-Mutawaliyy, Ibn Hajar al-’Asqalaniyy, e altri Sapienti hanno stabilito il consenso (ijma’), secondo cui è un blasfemo colui che crede che il mondo esista senza un inizio.

Rinunciare (a credere) a qualcuno degli attributi di Allah (SWT), conosciuti dall’ ijma’ (insieme dei Sapienti), pur essendone al corrente, è blasfemìa.
Blasfemo è anche colui che non crede che Allah (SWT) possieda gli attributi di: Potere, Volontà, Conoscenza, Udito, Vista, Parola (kalam). Rinunciare, non credere, a qualcuno di questi attributi di Allah (SWT), è blasfemìa, poiché anche la sola mente è sufficiente a capire che Allah (SWT) deve possedere queste qualità, cioè questi attributi sono una condizione essenziale della Divinità, e nessuno può essere scusato per l’ignoranza (di ciò).
Ibn al-Jawziyy disse: “Vi è consenso sul fatto che sia blasfemo chi nega che Allah (SWT) è Onn-ipotente (ha Potere su tutte le cose)”.

Colui che crede che Allah (SWT) assomigli a qualche Sua creatura in Se stesso, nei Suoi attributi, o azioni, è blasfemo. Colui che crede che Allah (SWT) abbia un corpo come quello delle Sue creature, è blasfemo. Tutti gli attributi, le qualità delle creature, non si addicono al Creatore. Se Allah (SWT) avesse un corpo come quello umano, sarebbe suscettibile a tutti i cambiamenti di cui è suscettibile il corpo, e ciò non si addice ad Allah (SWT).
Nel Sublime Corano, Allah (SWT) dice:

…Niente è simile a Lui… (Corano XLII. Al-Jumu’a (Il Venerdì), 11)

E’ anche blasfemo colui che rende lecito (halal) ciò che tutti i Musulmani sanno essere illecito (haram), come l’adulterio, la fornicazione, il furto, il bere l’alcool, ecc.
Come anche è blasfemo chi, al contrario, rende illecito ciò che tutti i Musulmani sanno essere lecito, come il commercio o il matrimonio.

Insultare il Profeta Muhammad (s), o credere nella possibilità che a qualcun altro sia data la Pro-fezia dopo di lui, è blasfemìa.

§ La seconda categoria d’apostasia, cioè le azioni commesse dalle diverse parti del corpo, inclu-dono il fatto di prosternarsi davanti ad un idolo, o davanti al sole o alla luna, o a qualsiasi altra creatura, con il proposito di adorarla.
Un altro esempio di questo tipo di apostasia è il fatto di gettare volontariamente nell’immondizia il Libro di Allah (SWT), il Sublime Corano; oppure altri fogli contenenti scritti Islamici, così come hanno spiegato Muyyaniyy e altri, perché questa azione dimostra scherno per la Religione.
E’ blasfemo buttare via un foglio su cui sia scritto il Nome di Allah (SWT), sempre che chi lo getta lo faccia di proposito ed essendo conscio del fatto che quello è il Nome di Allah (SWT).

§ La terza categoria è quella della lingua, e i Sapienti dicono che questa categoria comprende il maggior numero di casi.
Il Profeta (s) disse: “Il maggior numero di peccati dei figli di Adamo provengono dalla loro lingua”.
Tra questi vi sono i peccati maggiori (kaba’ir) e la blasfemìa.
In quest’epoca è diventato comune, per le persone, l’essere negligenti e disattenti riguardo alle parole che pronunciano, le quali talvolta sono gravi fino al punto di porre la persona fuori dall’Islam. Nonostante ciò, molti non ritengono “gravi” queste parole peccaminose nonostante esse rendano blasfemo chi le pronuncia.
Il Profeta (s) infatti disse: “Una persona può pronunciare una parola ritenendola innocua, ma questa può farlo cadere nel Fuoco Infernale ad una profondità di 70 anni” (Tirmidhi).
La profondità “di 70 anni” è l’estremità più bassa dell’Inferno, dove giungeranno soltanto i bla-sfemi.
Questo hadith dimostra che chi pronuncia parole blasfeme diventa non-Musulmano, anche quando ritenga tali parole “innocue” o “non molto gravi”!
Questo hadith dimostra altresì che il fatto di “pronunciare” la blasfemìa sia sufficiente a divenire blasfemo anche quando le parole non siano accompagnate dall’azione, e anche quando in realtà “non si creda” in ciò che si pronuncia.
Il Profeta (s) infatti non disse “Una persona può pronunciare una parola credendo in essa…”; e non disse: “Una persona può pronunciare una parola agendo in maniera blasfema…”; e non disse neanche “Una persona può pronunciare una parola seriamente…”. Al contrario, disse: “Una persona può pronunciare una parola ritenendola innocua…”!
Un hadith simile viene riferito dall’Imam Bukhari e dall’Imam Muslim, e questa è una prova del fatto che conoscere il giudizio relativo alla pronuncia di parole blasfeme non è una condizione essenziale per incorrere nel peccato di blasfemìa. Anche il pronunciare tali frasi con leggerezza fa incorrere nel peccato!

Pronunciare parole blasfeme quando si è in collera non è una scusa valida. L’Imam an-Nawawi, infatti, disse: “Se una persona è in collera con suo figlio o col suo schiavo, e li picchia con severità, al punto tale che qualcuno, vedendolo, gli chiede: ‘Come puoi fare questo? Non sei forse un Musulmano?’, se l’interrogato, in preda all’ira, risponde ‘No!’, ha commesso blasfemìa”. Questo è ciò che sostengono i Sapienti della scuola Hanafita, e molti altri.
Nella Sunnah, vi sono numerosi episodi in cui il Profeta (s) mise in guardia la sua Ummah dalla collera. Un uomo, una volta, gli chiese il suo parere riguardo alla collera, ed egli (s) rispose: “Non farti prendere dall’ira!”.
Il Profeta (s) ci mise in guardia dalla collera, poiché essa non è una scusa valida per commettere azioni proibite. La mancanza di controllo può condurre la persona a commettere vari peccati, inclusa la blasfemìa.

I Sapienti ritengono che la terza categoria di blasfemìa, quella della lingua, sia come un mare sen-za confini; si potrebbero addurre molti esempi, che vengono citati nei loro libri, allo scopo di allontanare la gente dall’errore.
Ad esempio, offendere Allah (SWT) è blasfemìa, e chi offende Allah (SWT) non è un Musulmano.
E’ blasfemìa ingiuriare uno dei Profeti (*), o uno degli Angeli, come ha detto Qadi ‘Iyad.
Dichiarare un Musulmano “kafir” senza un motivo valido fa sì che colui che ha pronunciato questa parola diventi egli stesso non-Musulmano così come hanno spiegato Mutawalli e al-Ghazali.
At-Tahawi disse che attribuire ad Allah (SWT) qualsiasi attributo proprio alle creature – come l’età, o un corpo simile a quello umano, o il fatto di dire che Allah (SWT) ha degli associati oppure un figlio (astaghfirullah!), tutto ciò è blasfemìa.

(...)
Fratello musulmano, sorella musulmana
La Conoscenza della Legge è fondamentale poiché il Profeta (s) disse: “Se imparerai un versetto del Libro di Allah (SWT), avrai acquisito più meriti che se tu pregassi 100 rak’a (delle preghiere supererogatorie); e se imparerai il Capitolo della Conoscenza, sarà meglio per te che se pregassi 1000 rak’a (supererogatorie)” (Ibn Majah).

Acquisisci la Conoscenza da insegnanti fidati, che temano Allah (SWT), e che siano Sapienti.
Ascolta il consiglio di Ibn Sirin, che disse: “Attenzione a chi ti insegna la Conoscenza, perché questa Conoscenza è quella Religiosa”.

Chi si accorga che un fratello è incorso in questo grave peccato, ha il dovere di correggerlo, possibilmente rivolgendoglisi direttamente e immediatamente, per mostrargli dove ha sbagliato e per invitarlo a pentirsi e a tornare subito all’Islam!
Il Profeta (s) disse: “Se vedrete la mia Ummah temere di dire all’ingiusto che è un ingiusto, sappiate che il Sostegno di Allah (SWT) è stato ritirato lontano da loro!”.

Come ci insegnano il Sublime Corano e la Sunnah del Profeta (s), la blasfemìa è la peggiore delle ingiustizie, che Allah (SWT) ci protegga da essa!!!!
 
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hayat_2alby
view post Posted on 19/8/2010, 10:18




ATTI DI APOSTASIA NELL' ISLAM
http://blog.libero.it/islamnur/view.php?id...pag=8&gg=0&mm=0



بسم الله الرحمان الرحيم





"L'Imâm Muhammad Ibn 'AbdelWahhâb (rahimahullah), così come altri eminenti Aimma tra i nostri antichi sapienti, ne hanno riportati dieci tra i più gravi e i più diffusi:

1) Il politeismo nel culto di Allah.

Allah ('azza waJalla) dice:

إِنَّ اللَّهَ لَا يَغْفِرُ أَنْ يُشْرَكَ بِهِ وَيَغْفِرُ مَا دُونَ ذَلِكَ لِمَنْ يَشَاءُ (116)

"Allah non perdona che Gli si associ alcunché. Oltre a ciò, perdona chi vuole..." (Corano, An-Nisâ', 116)

L'Onnipotente dice anche:

إِنَّهُ مَنْ يُشْرِكْ بِاللَّهِ فَقَدْ حَرَّمَ اللَّهُ عَلَيْهِ الْجَنَّةَ وَمَأْوَاهُ النَّارُ وَمَا لِلظَّالِمِينَ مِنْ أَنْصَارٍ (72)
"Quanto a chi attribuisce consimili ad Allah, Allah gli preclude il Paradiso, il suo rifugio sarà il Fuoco. Gli ingiusti non avranno chi li soccorra!" (Al-Mâ'ida, 72)

Ciò include la supplica rivolta ai morti, i voti e i sacrifici che si presentano loro.

2) La mediazione tra l'uomo e Allah. Coloro che prendono dei mediatori perché intercedano in loro favore presso Allah, dipendendo da loro nei loro affari, sono dei miscredenti, secondo l'unanimità della gente di scienza.

3) Colui che ritenga che i politeisti (giudei, cristiani e associatori) non siano dei miscredenti, che abbia dei dubbi riguardo alla loro miscredenza o riprenda la loro dottrina, è un miscredente.

4) Colui che creda che una via diversa da quella del Profeta (sallAllahu 'alayhi waSallam) sia più perfetta; o consideri che il governo di altri sia migliore di quello del Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui), o preferisca quello dei dittatori, è un miscredente.

5) Colui che non ami ciò che il Messaggero (sallAllahu 'alayhi waSallam) ha prescritto, è un miscredente.

Ciò perché Allah ('azza waJalla) dice:

ذَلِكَ بِأَنَّهُمْ كَرِهُوا مَا أَنْزَلَ اللَّهُ فَأَحْبَطَ أَعْمَالَهُمْ (9)
"Poiché ebbero ripulsa di quello che Allah ha rivelato, Egli vanificherà le loro opere" (Muhammad, 9)

6) Colui che si prenda gioco di qualsiasi cosa nella religione del Messaggero (sallAllahu 'alayhi waSallam), così come delle ricompense e dei castighi di questa religione è un miscredente.

La prova si trova nel versetto che dice:

قُلْ أَبِاللَّهِ وَآَيَاتِهِ وَرَسُولِهِ كُنْتُمْ تَسْتَهْزِئُونَ لَا تَعْتَذِرُوا قَدْ كَفَرْتُمْ بَعْدَ إِيمَانِكُمْ
"Di': "Volete schernire Allah, i Suoi segni e il Suo Messaggero?". Non cercate scuse, siete diventati miscredenti dopo aver creduto..." (At-Tawba, 65-66)

7) La magia, tra cui il sortilegio nei confronti di una persona per costringerla a detestare ciò che ama, o amare ciò che detesta. Colui che si occupi della magia o che l'approvi è un miscredente.

Allah Ta'ala dice:

وَمَا يُعَلِّمَانِ مِنْ أَحَدٍ حَتَّى يَقُولَا إِنَّمَا نَحْنُ فِتْنَةٌ فَلَا تَكْفُرْ (102)
"Essi però non insegnarono nulla senza prima avvertire: "Badate che noi non siamo altro che una tentazione: non siate miscredenti" (Al-Baqara, 102)

8) Sostenere i politeisti e aiutarli contro i Musulmani.

Allah Ta'ala dice a questo proposito:

وَمَنْ يَتَوَلَّهُمْ مِنْكُمْ فَإِنَّهُ مِنْهُمْ إِنَّ اللَّهَ لَا يَهْدِي الْقَوْمَ الظَّالِمِينَ (51)
"E chi li sceglie come alleati è uno di loro. In verità Allah non guida un popolo di ingiusti" (Al-Mâ'ida, 51)

9) Colui che creda che la gente abbia il diritto di convertirsi (ad un diverso credo), abbandonando la Shari'ah di Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam) è un miscredente.

Allah Ta'ala dice a questo proposito:

وَمَنْ يَبْتَغِ غَيْرَ الْإِسْلَامِ دِينًا فَلَنْ يُقْبَلَ مِنْهُ وَهُوَ فِي الْآَخِرَةِ مِنَ الْخَاسِرِينَ (85)
" Chi vuole una religione diversa dall'Islâm, il suo culto non sarà accettato, e nell'altra vita sarà tra i perdenti" (Âl-'Imrân, 85)

10) Colui che trascuri la religione di Allah, e non si sforzi di apprenderla e di comportarsi secondo i suoi precetti.

Allah Ta'ala dice:

وَمَنْ أَظْلَمُ مِمَّنْ ذُكِّرَ بِآَيَاتِ رَبِّهِ ثُمَّ أَعْرَضَ عَنْهَا إِنَّا مِنَ الْمُجْرِمِينَ مُنْتَقِمُونَ (22)
"Chi è peggior ingiusto di colui che si distoglie dai segni di Allah dopo che gli sono stati ricordati? In verità ci vendicheremo dei trasgressori" (As-Sajda, 22)

Non vi è differenza, per ciò che riguarda queste pratiche, se siano compiute per scherzo, sul serio o per timore, salvo in caso di costrizione (fisica). Esistono molti altri tipi di miscredenza maggiore, in cui i Musulmani possono incorrere, di conseguenza è essenziale stare in guardia da tutto ciò. Da cui l'importanza di ricercare il sapere, per evitare di piombare in questi baratri.

E così come la pratica della testimonianza di fede "lâ ilâha illallâh" si manifesta con la fede (nel cuore), la parola e le azioni, anche gli annullamenti di questa testimonianza si producono nello stesso modo, ossia tramite una fede, una parola o un'azione che escluda il suo autore dalla sfera dell'Islâm.

I Sapienti sono unanimi a questo proposito:

"L'apostasia è il fatto di tornare alla miscredenza dopo essere stato Musulmano, e ciò può accadere tramite una parola, un'azione, una convinzione o un dubbio. In effetti, chiunque associ (qualcosa) ad Allah, o neghi la Sua Signoria o la Sua Unicità, o una delle Sue qualità, o alcuni dei Libri che Egli ha rivelato, o alcuni dei Suoi Messaggeri; oppure insulti Allah o il Suo Messaggero, o neghi qualsiasi cosa tra i divieti (legali) su cui vi è consenso (dei Sapienti), o neghi il carattere obbligatorio di uno dei cinque pilastri dell'Islâm, o dubiti del suo obbligo; oppure dubiti della veridicità di Muhammad (sallAllahu 'alayhi waSallam) o di un altro Profeta (pace su tutti loro); oppure dubiti della Resurrezione, oppure si prosterni dinanzi ad una statua, o dinanzi alle stelle, o altre cose del genere, allora avrà apostatato dalla religione islamica. Occorre che tu legga i capitoli sullo statuto dell'apostata nei libri di giurisprudenza islamica, poiché i Sapienti vi si sono dedicati, che Allah abbia misericordia di loro" (Comitato Permanente per la Ricerca Scientifica e l'emanazione di Fatawa - Ifta - Fatwa n° 7150)

Ti consiglio di cercare più informazioni riguardanti questo soggetto, nelle opere dei nostri Sapienti antichi e contemporanei, inshaAllah".

Abu 'Oubayda Al-Hindi
Estratto da "Amânatu-t-Tawhîd"



 
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PippoPippaPippe
view post Posted on 12/6/2016, 21:31




Interessante questa discussione.
 
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3 replies since 16/8/2010, 12:34   582 views
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