APPROFONDIMENTO SULLA ZAKAT

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hayat_2alby
view post Posted on 17/4/2011, 09:58




La Zakat (الزكاة) o l'elemosina legale (الصداقة) e' no dei principi fondamentali dell'Islam.

INTRODUZIONE DI TARIQ RAMADAN>
Circa la zakât, terzo pilastro dell’islam, c’è prima di tutto un problema di comprensione e quindi di definizione. La maggior parte delle volte la zakât viene presentata come un’ «elemosina » che avrebbe come specificità di essere una prescrizione (intesa nel senso di un obbligo) nella pratica della musulmana e del musulmano. Per avvicinare queste due dimensioni, un po’ contraddittorie fra loro (l’elemosina è ordinariamente un dono libero), si è tradotto il concetto con delle formule che tentano di comprendere le due idee : « elemosina legale », « elemosina prescritta », ecc. (a volte i traduttori preferiscono, perfino, non tradurre la parola).

Queste definizioni non sono soddisfacenti perché non permettono di comprendere i diversi aspetti della zakât : siccome essa è obbligatoria per la coscienza di ogni musulmano praticante, la zakât è una tassa (o un’imposta) da prelevare (secondo un calcolo preciso) sui propri beni. La natura di questa tassa è di essere « sociale » perché essa è destinata in primo luogo ai poveri e ai bisognosi della società (o ad opere caritative e/o pubbliche). Infine, ha una dimensione spirituale essenziale, poiché purifica i beni degli esseri umani, come questi purificano il cuore pregando, e il corpo quando digiunano. La zakât ingloba queste tre dimensioni che possiamo ben tradurre con la formula : tassa sociale purificatrice. Questa traduzione non è banale, in quanto tenta di dire una delle dimensioni fondamentali dell’insegnamento islamico: la natura profondamente spirituale della coscienza sociale degli individui. E’ un primo insegnamento essenziale e le nostre definizioni o traduzioni approssimative ci fanno a volte perdere il senso di questo pilastro maggiore dell’islam. Però non è tutto, ci sono altri insegnamenti fondamentali da meditare riguardo all’applicazione concreta del prelevamento e della distribuzione della zakât, oggi, nei paesi a maggioranza musulmana e in Occidente.
(...)
Il principio non è di mantenere il beneficiario di questa tassa in uno stato di dipendenza, facendone un assistito a vita della comunità spirituale in particolare e della società in generale. Si tratta invece di accompagnare i poveri in un processo di acquisizione dell’autonomia: dall’ VIII secolo dei sapienti come Sufyân ath-Thawrî parlano del fatto che si tratta di permettere ai beneficiari della zakât di pervenire a una situazione finanziaria in cui possano a loro volta pagare la zakât (cioè arrivare al nissab – il minimo richiesto – in materia di grano). Distribuire la zakât dunque, si deve fare con la preoccupazione di permettere a delle donne e a degli uomini di raggiungere un’autonomia finanziaria, non si tratta di « aiutarli» mantenendoli in uno stato perpetuo di assistenza.

E questo è proprio ciò che malauguratamente vediamo un po’dappertutto nelle comunità musulmane. Si distribuisce, si dona, ma senza tenere in nessun conto il processo di acquisizione di un’autonomia finanziaria dei beneficiari. La distribuzione è occasionale, caotica e non risponde ad alcuna filosofia dell’azione sociale. Qui ancora, la carenza di conoscenza, di creatività (riguardo a dei nuovi modi di utilizzare la zakât), e in fondo la pigrizia, ha la meglio, se si guarda alla pratica: l’insegnamento della zakât è tradito!

Una distribuzione coerente, ragionata e giusta della zakât imporrebbe, per esempio, di conoscere la situazione specifica degli individui, la legislazione del Paese in campo sociale, i sistemi assistenziali del Paese e ciò che i poveri, le donne abbandonate e sole, i disoccupati potrebbero essere in grado di ottenere. La distribuzione della zakât deve far parte di una strategia globale, che tiene conto di tutti i mezzi che una società offre per passare dall’assistenza all’autonomia. Sarebbe necessario riunire degli ulamâ’ e degli specialisti (in legislazioni e istituzioni nazionali), dei responsabili in campo sociale e donne e uomini impegnati sul campo, per avere una visione più globale e chiara delle strategie da adottare in funzione dei differenti contesti sociali. E’ solo, tenendo conto di tutto ciò che la società offre in campo politico come tasse e sostegno sociale, che la distribuzione della zakât assume tutto il suo senso : in questo modo la zakat potrebbe fungere da sostegno in un progetto volto a far acquisire un’autonomia finanziaria. Per alcuni individui, essa può costituire un appoggio puntuale in una situazione transitoria; o come una parte, o il tutto di un capitale destinato a lanciare un progetto economico locale ; o ancora come un dono, subordinato alla realizzazione di una determinata attività, ecc. Le opzioni sono molteplici, ma esigono una buona conoscenza dell’islam (riguardo le possibili utilizzazioni della zakât) delle legislazioni e delle realtà sociali locali e nazionali. Tutte queste opzioni richiedono, di fatto, una specializzazione e della creatività. Oggi, non vediamo niente di tutto questo e la zakât, nello spirito della maggior parte dei musulmani, è diventata una semplice elemosina per assistenza e non uno strumento efficace a servizio di una filosofia dell’azione sociale. Non solo ciò è una grave distorsione del suo significato, ma spesso gli usi attuali sono anche controproducenti.

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La Zakat è l’imposta coranica, ovvero la tassa che ogni musulmano deve pagare allo Stato.

Questa tassa ha come fine la sua distribuzione ai poveri.

La tassa si paga una volta all’anno e l’ammontare di questa tassa è del 2,5% sui risparmi* di una persona, che abbia superato il corrispettivo di 87,48g (o 86% altre interpretazioni) d’oro…

Facciamo un esempio semplice...
mettiamo che un grammo d’oro costi 50€

se un g costa 50€ allora le persone obbligate a pagare la tassa devono aver “risparmiato” € 4371,00 in un anno. In caso contrario, la persona non deve pagare la tassa.

Se invece ha risparmiato € 4371,00 la tassa da pagare ammonterà ad € 109,275 per tutto l’anno.
(*si parla di risparmio e solo di risparmio, non di reddito, in quanto il reddito serve per sopravvivere, mentre il risparmio è una somma accumulata per un anno senza utilizzo. )

questa tassa annuale non aggrava mai la situazione finanziaria di nessuno e migliora la vita a tutti e di questo la storia ce ne ha riportato gli esempi: quando l’Impero Islamico applicava questo principio fondamentale si trovavano nazioni senza poveri e così la tassa che il singolo stato accumulava veniva spedita alla nazione vicina fino all’estinzione della povertà.

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questo pilastro è molto trascurato dai musulmani che non si rendono conto trattarsi del fondamento su cui costruire una comunità.

Non basta dire "io durante l'anno do di più di quello che dovrei e quindi sono a posto", la zakat dev'essere calcolata e versata con la niyya di farlo per obbedire al precetto.

La “zakat” infatti è un obbligo per tutti i musulmani che raggiungono il livello imponibile (nisab) ,Iddio ne ha decretato l'obbligo nel Suo Libro dicendo:

“Preleva sui loro beni una decima per purificarli e mondarli” ( Corano 9,103)

” O credenti! Date in elemosina la parte migliore dei beni che possedete e dei frutti che abbiamo suscitato per voi dalla terra”.(Corano 2,267)

Wa 'Aqīmū Aş-Şalāata Wa 'Ātū Az-Zakāata

“Osservate la salah e pagate la zakat". (Corano 73,20)

Il Profeta* disse :
L'Islam si regge su cinque pilastri: l'attestazione che non c'è altro dio che Allah e che Muhammad è il Suo Messaggero , l'esecuzione della salah, il pagamento della zakat, Il pellegrinaggio, il digiuno nel mese di Ramadan . (Bukhari e Muslim)

- Mi è stato ordinato di combattere le genti fino a che non riconoscano che non c'è altra divinità al di fuori di Allah, non eseguano la salah e paghino la zakat. Facendo questo avranno salva la vita e i beni, nel quadro della legge dell'Islam. La loro valutazione definitiva spetta a Dio. (Bukhari e Muslim)

Quando il Profeta* inviò Muadh nello Yemen, gli diede queste consegne:
- Stai recandoti presso genti delle Scritture. Innanzi tutto li inviterai a riconoscere che Allah è il Dio e che io sono il Suo Inviato. Se acconsentono a farlo, informali che Iddio ha istituito cinque preghiere al giorno. Se ti obbediscono, rendi loro noto che devono pagare l'elemosina legale, prelevata sui beni dei lori ricchi per essere distribuita ai loro poveri. Se fanno ciò bada a non prendere il meglio dei loro beni. Stai attento al lamento dell'oppresso perchè tra esso e Dio non c'è ostacolo.(Bukhari e Muslim)


Scopi della zakat
1 - Purificare l'anima dell'uomo dall'avarizia, dall'avidità e dalla cupidigia
2 - Aiutare i poveri e provvedere alle necessità dei bisognosi e dei diseredati
3 - Finanziare le opere di pubblica utilità
4 - Limitare l'accumulazione dei patrimoni dei ricchi, commercianti , artigiani e industriali, in modo tale che i beni non siano controllati da una parte ristretta della società e non rimangano nelle mani di pochi privilegiati.
Chi contesta la legalità della zakat è un eretico, chi invece, pur riconoscendola non la paga per avarizia, è sottoposto alla riscossione forzosa e al rimprovero.

Da parte sua Abu Bakr combatté contro gli insorti che avevano rifiutato di versare la zakat e disse:
- Giuro in Nome di Dio che se rifiutano di versare anche solo una capretta, di quello che davano per la zakat, quando era vivo l'Inviato di Dio*, combatterò contro di loro per averla (Bukhari )
I sahaba lo approvarono e questa unanimità fece testo.


Beni sottoposti alla zakat
1 - Il denaro, sia esso in oro, argento o biglietti di banca e tutto quello che può essere considerato moneta di scambio, come le merci e altri beni quali le materie prime, i tesori rinvenuti sotto terra ecc.
Dio dice:
“Annuncia castigo doloroso a quelli che tesaurizzano l'oro e l'argento e non lo spendono nella via di Dio. (Corano 9,34)

Disse il Profeta: -Non c'è zakat al di sotto di cinque ”Ukia” d'oro - (Bukhari e Muslim)
-I tesori trovati sepolti sotto terra pagano un quinto del loro valore. (Bukhari)
Un ukia corrisponde a 84 grammi d'oro a 18 carati (pari a 1375,00 euro ) alla quotazione attuale dell’oro.

2 - Il bestiame , cammelli , bovini e ovini è sottoposto alla zakat.
Dio dice: “O credenti! Date in elemosina la parte migliore dei beni che possedete .(Corano 2,267)

- Giuro in nome di Dio, l'Unico che nessuno di coloro che possiedono cammelli o bovini o ovini, e non pagano la zakat potrà sottrarsi, nel Giorno del Giudizio, a queste bestie che, nelle migliori condizioni di taglia e di peso, verranno a calpestarlo e dargli cornate. Quando l'ultima bestia sarà passata, ritornerà la prima della fila.E tutto questo fino al termine del Giudizio. (Bukhari)

3 - Prodotti agricoli: semi e frutti:

Si tratta dei semi riservati al consumo e che si possono conservare, come il grano, l'orzo, le fave, i ceci, i fagioli o i frutti come i datteri, le olive, l'uva ecc.

Dio dice: “O credenti! Date in elemosina la parte migliore dei beni che possedete e dei frutti che abbiamo suscitato per voi dalla terra”. (Corano 2,267)

” E' Dio che ha fatto crescere i giardini a pergolati e senza pergolati, le palme, i cereali che offrono specie diverse, e olivi e melograni tra loro simili [ per le foglie] e dissimili [per il frutto)] Mangiatene i frutti quando sono maturi e versate il dovuto il Giorno della Raccolta. (Corano 6,141)

- Prelevate 1/10 su quello che è irrigato dalla pioggia e 1/20 su quello che che è irrigato artificialmente. (Buhkari)


Beni esentati dalla zakat:
I beni che non raggiungono il Nisab (livello imponibile) sono esenti dalla zakat, a parte ciò che l'interessato volesse dare volontariamente. Il Profeta* disse:
-Non c'è zakat al di sotto di cinque ausuk (630 litri di prodotti agricoli) né al di sotto di cinque Ukia ( 84 grammi d'oro) né al di sotto di cinque cammelli. ( Bukhari e Muslim)

3 - Altri frutti e legumi esenti da zakat:
Il Profeta* non ci ha segnalato nulla al riguardo tuttavia e bene darne una parte ai poveri in quanto la parola di Dio ha senso generale quando dice:
” O credenti! Date in elemosina la parte migliore dei beni che possedete e dei frutti che abbiamo suscitato per voi dalla terra”. (Corano 2,267)

4 - I gioielli usati dalle donne
Sono esenti da zakat. Se però sono tesaurizzati per servirsi del loro valore in caso di bisogno , diventano imponibili in quanto si tratta di costituzione di una riserva

E' comunque prudente prelevare la zakat anche sui gioielli delle donne, considerando gli ahadit che si riferiscono a questo problema, come ad esempio questo:
- Il Profeta* avendo notato degli anelli d'argento alla mano di sua moglie Aiscia le disse: ” Che cosa porti ? ” ” Li ho fatti fare per adornarmi ai tuoi occhi” rispose. ” Ha versato la zakat su di loro? chiese l'Inviato di Dio * ” No” ripose Aiscia. ” Questa è la tua parte di inferno”, disse il Profeta* (Ha'kim)

Aqulo quw li hada....

A chi è destinata la zakat

La zakat viene distribuita a otto categorie che Iddio ha cosi indicato:

” La zakat spetta ai poveri, ai bisognosi, a coloro che sono incaricati di raccoglierla, a coloro di cui bisogna conquistarsi i cuori, alla liberazione degli schiavi, a coloro che sono oppressi dai debiti, alla lotta sulla via di Dio e ai viaggiatori diseredati. Decreto di Allah, Allah è Saggio, Sapiente. ( Corano 9, 60)

Quando il Profeta (PBSL) inviò un emissario ad una tribù che aveva accettato l’islam, gli chiese di informarli circa gli obblighi della pratica religiosa, spiegando i cinque pilastri dell’islam. Parlando della zakât, gli disse di insegnare loro che essa doveva essere prelevata sul denaro dei ricchi e distribuita ai « loro poveri »).

Gli ulâma’ attraverso le diverse scuole ed epoche successive hanno, da questo, sempre insistito sulla necessità di distribuire la zakât prima localmente, per i poveri e i bisognosi del posto, della località o della società nella quale essa è stata prelevata. Solo quando i bisogni locali sono stati soddisfatti, si può spendere la zakât all’estero, salvo quando vi sia una situazione eccezionale, come una catastrofe naturale, una guerra, etc.

Sappiamo bene che le condizioni della nostra umma sono difficili ma questo non ci esenta dall’occuparci di chi ci è vicino

E’ un atteggiamento del cuore Una manifestazione di fraternità






 
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obs1
view post Posted on 15/7/2014, 16:46




Buongiorno,
ma non ho capito una cosa, la zakat è da pagare sui risparmi che si accumulano nell'anno lunare o sui risparmi totali? perchè in tal caso non è vero che non aggrava mai la situazione finanziaria di una persona.
Se la zakat si paga sui risparmi totali, poniamo che una persona abbia 100mila euro che sta tentando di accumulare per comprare una prima casa (che quindi non ha ancora) paga 2500 euro di zakat rendendo di fatto impossibile raggiungere l'obiettivo di comprare una casa, al contrario una persona che ha una casa da 300mila euro in cui vive, e non ha soldi in banca riceve la zakat!! oltretutto quella persona con 100mila euro in banca dovesse essere disoccupata, continuerebbe a dover versare la zakat e vedrebbe di anno in anno decurtare il proprio risparmio a vantaggio magari proprio di chi ha gia una casa e nessun risparmio da parte. potreste spiegare meglio?
 
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al fudayl
view post Posted on 4/8/2014, 17:45




La zakat (quella obbligatoria, altresì a volte altrove chiamata "la decima") si paga sia sul risparmio, sia su alcuni possedimenti, sia su, ad esempio l'oro (gioelli), ma in ambito lavorativo si paga solo sull'utile e non, ad esempio, sull'utile speso, ad esempio in stipendi per i lavoratori.

Quindi può essere richiesta anche sulla prima casa, volendo, anche se per dare una risposta più esauriente su questo bisognerebbe analizzare attentamente tutte le legislazioni dei paesi islamici, che sono diverse l'una dall'altra e quindi interpretano la zakat in modo diverso.

Quindi si, se hai un risparmio di
100
il primo anno paghi il 10% di zakat
100 - 10 = 90
il secondo anno sarà
90 - 9 = 81
e così via,
ed in un certo numero di anni che puoi metterti a contare da solo portando fino in fondo questa operazione, arriverai, effettivamente pressoché a zero.

Se invece spendi il denaro e lo investi in attività produttive è chiaro che spendendolo non pagherai zakat sullo speso.

Se metto da parte 100
ma nello stesso anno
spendo 50
pagherò una zakat sul rimanente 50
quindi pagherò 5.

Il senso della zakat è che denaro e possedimenti non siano bloccati ed inutilizzati.

In pratica i beni devono circolare.

Quando non puoi più lavorare, i tuoi figli hanno l'obbligo di mantenerti, quindi guadagneranno 100
ma spenderanno per il tuo mantenimento e su quella spesa non pagheranno zakat.

A più persone dai in qualche modo da vivere meno zakat paghi.
Se invece tieni fermi i soldi in verità togli da vivere agli altri.

Il concetto è che è vero che paghi zakat ma anche che facendo circolare denaro e beni o benefici degli stessi ciò ti garantisce di avere sempre delle entrate.

Invece se tutti tengono fermo il denaro ed i beni, si crea denaro fermo e quindi disoccupazione che poi significa sfruttamento.

Disoccupati e sfruttati il giorno che tu ti impoverissi non potrebbero soccorrerti perché non producono zakat.

La zakat che dai è la stessa che ti fornisce una "assicurazione" di sopravvienza degna qualora qualcosa dovesse andarti male (es. una malattia invalidante).

Questo è il principio.
Poi nella realtà il funzionamento effettivo a pieno ritmo potrebbe anche non funzionare bene, non per errore del principo ma perché, si sà che spesso la gente non applica l'intero principio.

Come quando le nostre tasse (che, ti ricordo, a conti fatti rasentano il 50 per cento del reddito) vengono spese male e non ti ritornano in serivizi di assistenza medica e sociale in caso di bisogno, giustizia, istruzione, servizi pubblici, etc.

il 10 però, che assicura una congrua continua ricircolazione di beni e denaro è sicuramente meno del ns. 50 per cento di tasse.

Certo se sei musulmano, evidi la zakat, ti arricchisci e poi non provvedi ai membri della tua famiglia e comunità, mentre loro invece hanno vissuto osservando, questo crea dei problemi.

Chi non osserva danneggia gravemente.

Questo è il problema.

Dal punto di vista puramente economico e matematico però rifletti.

C'è la zakat, ed è il 10% e non il 50% delle nostre tasse.

Però è vietato il prestito ad interesse, cioè tu puoi comprarti una casa chiedendo un prestito, e restituendolo in un tempo stabilito senza interessi.

Mentre qui paghi il 50% di tasse invece del 10% e hai mutui ad interesse anche del 13%, così era fino a poco tempo fa, e in più c'è disoccupazione.

Invece se io, in un sistema islamico, oggi guadagno del denaro,
ad esempio 100, e te lo presto per comprarti casa,
è vero che non posso riscuotere un interesse da te,
ma allora perchè te lo dovrei prestare?

Semplice!

Perché sul denaro che è fuori cassa in prestito non pago zakat, la pagherò solo quando il denaro mi ritornerà.

Quindi se investo, dò lavoro, produco ricorcolo e faccio prestito di fatto diminuisco la mia zakat da un lato, e dall'altro mi procuro dei ritorni differiti nel tempo, denaro che mi ritornerà indietro quando non sarò più in grado di produrre e ne avrò bisogno (e in questo caso non sarà mai neanche nelle condizioni di richiedere zakat).

Morale della favola.

Se possiedi casa e non hai reddito non paghi zakat sul bene posseduto, perché non è una tassa che funziona come le nostre.

Se invece non possiedi casa e hai pochi soldi per comprarla chiederai e troverai un prestito e comprerai casa.

Sui soldi che guadagnerai, su quella parte con cui dovrai restituire il prestito, non pagherai zakat.

Ovvero si creano dei movimenti essenziali che, di fatto, diventano anche legittimamente "esentasse".

Non ci sono tasse di "passaggio" come da noi.

Ad esempio io guadagno e pago tasse, e se pago qualcosa a qualcun'altro, quello ripaga tasse.
quindi guadagno 10 e pago tassa al 50, mi restano 5.
con quei cinque facciamo finta che pago 2 a un tizio
ma su quel due lui paga il 50% e gli resta uno.

Invece in un sistema islamico

se io guadagno 10 e pago un altro 2
io pago zakat solo sull'8 che mi rimane
quindi pago 0,8 e mi resta 7,2,
e quello che prende due se se lo spende tutto per vivere non paga nessuna zakat!!! cioè non paga tasse per il solo fatto di aver guadagnato due, la paga solo se quel 2 era esuberante e ha messo da parte 1, e paghera su quell'1.

E c'è una differenza quantitiva enorme su quanto si prende l'esattore di tasse qui da noi e quanto si prende chi gestisce zakat in un sistema islamico.

Quindi si può lavorare anche un po' di meno ;)
e avere più tempo libero per produrre ricchezza non tassata in casa, ad esempio farsi la marmellata da soli e non dover pagare l'IVA del 20% sulla marmellata come capita a noi, cioè 50% di tasse più 20% di IVA ad ogni scambio, che vuol dire un totale di 70%, più i servizi che dovrebbero essere gratuiti, invece, a pagamento e i prestiti ad interesse.

E' qui che non te la compri mai la casa!!!
 
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PippoPippaPippe
view post Posted on 12/6/2016, 21:16




Tante grazie.
 
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3 replies since 17/4/2011, 09:58   1566 views
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