LA DONNA NELL'ISLAM

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•Yara•
view post Posted on 5/7/2010, 01:29




L'Islam considera la donna, sia essa nubile o sposata, come un individuo con i propri diritti, con il diritto di possedere e disporre delle sue proprieta' e guadagnare senza doverne rendere conto a nessuno (che sia suo padre, marito o qualsiasi altra persona). Ha il diritto di vendere e comprare, di fare doni e carita' e puo' spendere il suo denaro a piacimento. La dote nuziale viene data dallo sposo alla sposa per suo uso personale, ed essa puo' mantenere il suo nome di famiglia piuttosto che assumere quello dello sposo.
L'Islam incoraggia il marito a trattare bene sua moglie, come disse il profeta Muhammad: "i migliori tra di voi sono i migliori nei confronti delle loro mogli" .
L'Islam eleva la figura materna riconoscendole un ruolo fondamentale nella societa'. L'Islam raccomanda di trattare la propria madre nel miglior modo. Venne un uomo dal Profeta Muhammad e gli disse:"O Inviato di Allah, chi e' il piu' meritevole della mia buona amicizia?" e il messaggero rispose:"tua madre". L'uomo disse successivamente:"e poi chi?" Il Profeta rispose di nuovo: "Tua madre". L'uomo chiese ancora: "e poi chi?" Ed era la stessa risposta: "Tua madre" e quando chiese per la quarta volta il Profeta (pbsl) rispose: "poi tuo padre".
 
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aysha_22
view post Posted on 5/7/2010, 13:00




“Fa parte dei Suoi segni l'aver creato per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono” (30:21).

“Nelle notti del digiuno vi è stato permesso di accostarvi alle vostre donne; esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro. Allah sa come ingannavate voi stessi. Ha accettato il vostro pentimento e vi ha perdonati. Frequentatele dunque e cercate quello che Allah vi ha concesso. (2: 187)

“Le vostre spose per voi sono come un campo. Venite pure al vostro campo come volete, ma predisponetevi; temete Allah e sappiate che Lo incontrerete. Danne la lieta novella ai credenti!” (2:223)

“O voi che credete, non vi è lecito ereditare delle mogli contro la loro volontà*. Non trattatele con durezza nell'intento di riprendervi parte di quello che avevate donato, a meno che abbiano commesso una palese infamità. Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene.
Se volete cambiare una sposa con un'altra, non riprendetevi nulla, anche se avete dato ad una un qintâr d'oro: il riprendere sarebbe un oltraggio e un peccato evidente.
E come lo riprendereste, dopo che vi siete accostati l'uno all'altra e dopo che esse hanno ottenuto da voi una stretta alleanza?.” (4:19-21)

*[ Nel costume arabo preislamico la vedova faceva parte dell'eredità del defunto. L'erede ne disponeva a suo piacimento, sposandola se la voleva, maritandola ad un terzo lucrando la dote, o tenendola presso di sé in condizione di semischiavitù. Il Corano ristabilisce la piena dignità della donna e proibisce questa pratica]


“Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato (...)” (4:34).

traduzione a cura di Hamza Piccardo


Narrò il Profeta Mohamed (pbsl):
«I migliori uomini della mia comunità sono i migliori con le loro spose e le migliori donne della mia comunità sono le migliori verso i loro sposi. Ogni donna di queste ultime avrà come ricompensa quotidiana l’equivalente di mille martiri morti sulla Via di Dio. Mentre ogni uomo che sarà buono con sua moglie avrà l’equivalente quotidiano di cento martiri caduti sulla via di Dio.»Al che ‘Umar Ibn-Al Khattab gli chiese: «Perchè la donna ha il compenso di mille martiri mentre l’uomo soltanto cento?» «Forse ignori che la donna ha maggior ricompensa presso Dio e più qualità che l’uomo?! Iddio eleverà l’uomo al Paradiso ad un livello che dipenderà dalla soddisfazione della sua sposa e in relazione ai suoi du’ha per lui», concluse il Profeta.”

da Ibn Mu'aawiyah Hakim da suo padre che ha detto, "ho detto, 'O Messaggero di Allah (Sallallaahu alayhi wa sallam), Qual' è il diritto che una delle nostre mogli ha su di noi?' Così egli ha detto, 'Dalle da mangiare quando tu mangi, dalle vestiti da indossare quando tu indossi vestiti, e non colpirla sul viso, non insultarla e non fare hijrah da lei, ad eccezione che in casa.'


nel giorno di Arafat, durante il Pellegrinaggio d'Addio, il Profeta (pbsl) disse: "Temete Allah riguardo le donne, perché in verità le avete prese come una fiducia (amanah) da parte di Allah e siete stati autorizzati ad avere rapporti intimi con loro dalla Parola di Allah".

Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse:
"Le donne che assumono i comportamenti degli uomini non sono dei nostri, e nemmeno quegli uomini che assumono i comportamenti delle donne"


Abu Hurayra (radiAllahu 'anhu) raccontò che: "Il Profeta (PBSL) maledisse l'uomo che veste abiti femminili e la donna che veste abiti maschili"
Egli disse pure: "Tre non avranno accesso al Paradiso, e Allah Ta'ala li ignorerà il Giorno della Resurrezione: colui che non rispetta i doveri verso i suoi genitori, la donna che assume maniere e comportamenti dei maschi e vuole somigliare loro, e colui che coscientemente scusa e facilita il peccato di fornicazione (zinâ') nei confronti di sua moglie"

“…Quando chiedete ad esse un qualche oggetto, chiedetelo da dietro una cortina: ciò è più puro per i vostri cuori e per i loro. …” (33:53).


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Redatto da Sevde Gök
tradotto in francese da ~OumZubeyrBasir~ dell’équipe AlMujaddida
AlMujaddidaPublications


Il ruolo della donna musulmana nella società consiste nel vivere con onore e gloria.

فَإِنَّ الْعِزَّةَ لِلَّهِ جَمِيعًا

In verità tutta la potenza appartiene ad Allah (Corano IV. An-Nisâ’, 139)

وَلِلَّهِ الْعِزَّةُ وَلِرَسُولِهِ وَلِلْمُؤْمِنِينَ

La potenza appartiene ad Allah, al Suo Messaggero e ai credenti (Corano LXIII. Al-Munâfiqûn, 8 )

Le donne credenti, pure monoteiste, che cercano la potenza e l’onore, trovano questi ultimi presso Allah e il Suo Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam), attraverso una fede totale, priva di qualsiasi dubbio.

Per essere dotate di potenza e di onore, occorre prima di tutto essere credenti sincere, e vivere la propria religione come si deve. Quando la fede si annida nel cuore, essa si riflette sul cervello e su tutti gli altri organi del corpo. Bisogna che il cuore sia credente (mu’min) e il cervello, così come tutti gli altri organi, siano sottomessi (musulmani). Così, l’Islâm deve essere sovrano in ogni tappa della vita. La fede e la sottomissione devono realizzare questo. Dopo la fede viene l’obbedienza ad Allah e al Suo Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui). In seguito, vengono le buone azioni.

In questo XXI secolo, in cui l’Islâm non è affatto dominante sulla terra, il ruolo della donna è quello di prendere in mano il suo destino, in sostegno agli uomini credenti, allo scopo di assicurare la sovranità di Allah. Inoltre, ella deve compiere ogni sforzo possibile per raggiungere il suo scopo. Prima di tutto, uno dei ruoli più importanti del credente sincero è quello di assicurare la protezione della religione, della ragione (‘aql), della vita, della proprietà (dei beni) e dell’onore (cfr. l’hadîth a questo proposito). In questa missione, il ruolo della donna è di un’ampiezza e di una serietà importantissime.

La donna credente che costruirà la società islamica servirà la sua religione come una militante, educando dei combattenti, dei pii e delle pie.

Nella società islamica, la religione della donna viene protetta personalmente dal comandante (Amîr) dei credenti. Il dirigente (Imâm) e i credenti sinceri che hanno prestato alleanza faranno il necessario contro le persone che attaccano la religione. In suddetta società, la donna o le donne non devono fare alcuno sforzo di auto-difesa contro costoro, poiché non sono sole in questa lotta. La loro ragione, la loro vita, i loro beni e il loro onore sono protetti personalmente dagli uomini credenti, basandosi sulle leggi di Allah e del Suo Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam).

Il migliore esempio a questo riguardo è il seguente avvenimento:

Ai tempi dello Stato Islamico di Medina, il primo tradimento dei giudei appartenenti alla tribù dei Bani Qaynuqâ’ consistette nello strappare il velo che copriva una donna musulmana. Dinanzi a questo tradimento, il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) assediò la tribù dei Bani Qaynuqâ’. In seguito, sotto la protezione di ‘Abdullah ibn Salûl, il capo degli ipocriti, i giudei lasciarono Medina per dirigersi verso Damasco.

Attraverso questo esempio, possiamo vedere come il capo della comunità musulmana, cioè il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) stabilì dei limiti e protesse le donne, e la Lode spetta ad Allah.

È dovere della società musulmana proteggere la donna credente coscienziosa del suo modo di vita; queste donne che pongono basi solide affinché nessuno possa recare oltraggio alla loro religione, alla loro ragione, alla loro vita, ai loro beni e al loro onore. Soltanto, tramite la sua alleanza stretta con l’Amîr dell’Islâm, la donna deve accettare coscientemente una responsabilità molto importante.

A questo proposito, delle informazioni importanti sono evocate in Fiqhu-s-Sira:

I musulmani devono rialzarsi per poter essere una civiltà eminente. Per questo le donne devono unirsi agli uomini nel compimento delle responsabilità. Tuttavia, il califfo o il giudice dei musulmani devono prendere in considerazione l’opinione delle donne riguardo agli argomenti che sono loro accessibili e permessi. Devono, inoltre, riconoscere l’importanza dei loro punti di vista riguardo alle decisioni da prendere per la società islamica, così come gli uomini hanno diritto a prendere la parola. E senza distinzione tra i due.

Se osserviamo le cose da questo punto di vista, osserveremo che la donna è altrettanto responsabile dell’apprendimento dei precetti e degli obblighi della sua religione. Allo stesso modo dell’uomo. Ma ella deve anche equipaggiarsi (nel quadro del permesso e del possibile) di armi di tutti i tipi, come la scienza e la strategia. Si tratta di una necessità, di cui equipaggiarsi per precauzione contro gli agguati di coloro che vorrebbero distruggere l’Islâm. Tale è la situazione per cui la donna pia possa portare con idoneità il pesante fardello dell’alleanza. Poiché tutti potranno constatare che non è possibile alla donna ignorante assumere questa responsabilità, e ancor meno essere vigilante dinanzi alle astuzie degli stranieri.

Ciò significa che sotto la protezione personale del dirigente dei musulmani, una scienza importante sarà insegnata alla donna, sempre nel quadro del lecito; ma le sarà altresì permesso di essere responsabile dei dominii che sarà capace di dirigere.

Il bambino pio e militante che la donna credente musulmana metterà al mondo con il nome di Allah (basmalah) e quello che ella educherà con il nome di Allah, sarà la base della società islamica.

Perché la base di questa società sia ferma e solida, gli uomini futuri, credenti sinceri, dovranno ricevere l’educazione di una donna pia (la madre), istruita, credente e casta. Così, la società islamica sarà preparata dalle mani della donna credente musulmana.

Nell’Islâm, la donna non è mai posta in secondo piano. Responsabilizzato in particolare da Allah e dal Suo Messaggero, un regime, un potere è stato posto in essere per proteggere la donna in tutte le situazioni.

Una nazione che perde la castità della donna è come se perdesse il suo onore, la sua gloria, il suo Stato, il suo futuro, così come le generazioni a venire. In rapporto a tutto ciò, gli uomini della nostra epoca devono rivedere la loro fede, le loro opere, ma anche il loro ruolo di “pastori” in seno alla famiglia. Gli uomini della comunità musulmana devono riflettere di nuovo sulla fede (îmân), sulla castità delle loro figlie e delle loro spose, sul modo in cui esse proteggono oppure no il loro pudore (‘awrah, ossia tutta la parte del corpo che l’essere umano copre per pudore), e infine passare all’azione. Poiché l’ambiente in cui viviamo, purtroppo è desolante e lamentevole.

La donna simbolizza l’onore, la gloria, la dignità e le generazioni future. Come l’esempio di Maryam (‘alayha-s-salâm)… Le donne simbolo di decenza educheranno i migliori capi e membri della società islamica, cioè i Gesù, i Mosè e i Muhammad di questa bella società. Con questo potere, essi sfideranno, affronteranno e insorgeranno contro i Taghût (divinità adorate all’infuori di Allah) del mondo intero, libereranno gli oppressi dall’oppressione e l’oppressore dall’opprimere, con il permesso di Allah (che Egli sia Esaltato).

Il principio di uguaglianza nell’Islâm è riconosciuto secondo i sentimenti di umanità e di aiuto reciproco. Per assicurare questa uguaglianza tra i musulmani, è sufficiente porre in evidenza la regola precisata in questa parola del Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam): “Il diritto di protezione e di sicurezza donato da Allah è uguale per ciascun individuo tra i credenti; vi sono inclusi anche i più deboli”.

Detto in altre parole, il diritto di protezione e di sicurezza del musulmano deve essere preso in conto e rispettato dovunque sia. Chiunque (musulmano) si sia fatto carico della protezione.

Non è possibile, nell’Islâm, per chiunque sia (giudice, colpevole, ecc) non prendere in considerazione la protezione di un’altra persona, di cui si sia fatto carico un musulmano. Riguardo a questo punto, non vi può assolutamente essere differenza tra la donna e l’uomo musulmani.

Dovunque sia, il rispetto è dovuto, così come la protezione e la tutela della donna musulmana. Qualunque sia il suo ruolo o il suo grado, nessuno ha il potere di non prendere in considerazione questa protezione. A questo proposito, l’opinione è unanime per consenso dei sapienti delle scuole giuridiche, così come di tutti i sapienti.

Bukhârî, Muslim e altri riportarono queste parole di Umm Hânî (che Allah sia soddisfatto di lei), figlia di Abû Tâlib, rivolte al Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) all’epoca della conquista di Mecca: “O Messaggero di Allah, il figlio di mia madre (‘Alî) ha detto a Ibn Hubayr di massacrare il Tale, nonostante io abbia assicurato protezione e dato la mia parola a questa persona”.

Il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) rispose: “O Umm Hânî, noi assicuriamo protezione e fiducia a colui cui anche tu hai assicurato fiducia e protezione”.

Quando meditiamo profondamente questo fatto, è importante cogliere la differenza tra il vantaggio riconosciuto alla donna sotto la protezione e all’ombra dell’Islâm, di cui non incontriamo eguale nelle altre culture – una stessa uguaglianza sociale ed umana raggiunta altresì dall’uomo; e dall’altra parte l’imitazione e l’ostentazione esposte dagli ammiratori della moderna civiltà di oggigiorno.

In realtà, questi principi di uguaglianza che si basano sulla natura primordiale mirano alla felicità del genere umano in generale, uomini o donne.

Sotto uno sguardo d’insieme il più ampio possibile, senza mirare soltanto ai desideri animali, la donna è vista come una fonte di felicità e di consolazione per l’uomo.

Questa uguaglianza umana comprende i principi di giustizia, di adorazione, di benevolenza, di unione, di aiuto reciproco e di uguaglianza. Il mistero di questo argomento è nascosto nel versetto 71 della Sûrah del Pentimento:
I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono l’orazione pagano la decima e obbediscono ad Allah e al Suo Messaggero. Ecco coloro che godranno della misericordia di Allah. Allah è eccelso, saggio (Corano IX. At-Tawbah, 71)

Ma, ancora, il nostro Creatore, Allah (che Egli sia Esaltato) dichiara ciò che significa la benevolenza e l’aiuto reciproco nel versetto 177 della Sûrah della Giovenca:
La carità non consiste nel volgere i volti verso l’Oriente e l’Occidente, ma nel credere in Allah e nell’Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l’orazione e pagare la decima*. Coloro che mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che sono veritieri, ecco i timorati (Corano II. Al-Baqarah 177)

In questo versetto ci vengono indicati tre argomenti principali:
1 – Una fede pura
2 – L’elemosina nel sentiero di Allah
3 – Essere sulla via dell’adorazione e della pazienza

Come nelle condizioni della professione di fede, gli uomini e le donne sono eguali nell’applicazione di queste opere e sono responsabili allo stesso livello.

La più grande bontà, la migliore via su cui si incamminerà la donna credente musulmana per il suo Aldilà e la sua vita di quaggiù, consisterà nell’essere la causa per l’elevazione della società islamica, materialmente e spiritualmente, educando con perseveranza il figlio militante, combattente. Così, in quanto a benevolenza, le sue opere le saranno sufficienti.

A questo proposito, Asmâ’, figlia di Abî Bakr (che Allah sia soddisfatto del padre e della figlia) costituisce il miglior esempio per le donne musulmane, fino all’Ultimo Giorno. Asmâ’, che visse per molti anni, votò personalmente suo figlio al jihâd all’epoca dell’oppressore Al-Hajjaj. L’ingiusto Al-Hajjaj aveva lapidato con delle catapulte la Ka‘bah e l’esercito dell’Islâm. Aveva lasciato dietro di sé un piccolissimo numero di combattenti (mujâhidîn). Quando Asmâ’ vide suo figlio ‘Abdullah ritornare a casa, dopo aver posato il suo scudo, gli rivolse le seguenti parole:

“Chiederò più tardi i miei diritti nei tuoi confronti, se, avendo posato lo scudo, non combatterai di fronte all’oppressore Al-Hajjaj. O ‘Abdullah, che mi giunga la notizia della tua vittoria o del tuo martirio!”.

Parlandogli così, lasciò partire suo figlio verso il viaggio del martirio, pur sapendo che non sarebbe più tornato. Una donna appartenente realmente all’Islâm deve essere così, una donna liberata e sottomessa (ad Allah)…

Una donna cosciente dello scopo della sua creazione vivrà per la sua da‘wah (missione). Se occorre, non esiterà a sacrificare i suoi figli, così come tutte le cose che ama, per la propagazione dell’Islâm. Questa sarà la più grande opera e utilità della donna credente musulmana per la società islamica.

Vi è jihâd per le donne nella società islamica?

L’Imâm Al-Bukhârî riporta, da ‘Aisha (che Allah sia soddisfatto di lei) che quest’ultima chiese al Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) il permesso di partecipare al Jihâd, ed egli le rispose: “Il jihâd di voi donne è il pellegrinaggio”

A causa della loro debolezza (fisica) le donne sono risparmiate dal combattimento contro i miscrendenti, ossia dalla partecipazione al jihâd (militare). Lo scopo di questo giudizio è quello di precisare giustamente che esse non saranno private delle “hasanât” guadagnate partecipando a quest’ultimo.

Ciò sarà ricompensato compiendo il pellegrinaggio. I sapienti spiegano in tal modo questo hadîth.

Come abbiamo precisato innanzi, la donna monoteista credente musulmana prepara i suoi figli perché si impegnino nel sentiero di Allah. In questo modo, ciò sarà il mezzo di vedersi iscritte delle buone azioni equivalenti al jihâd. Ma se dobbiamo riferirci alle parole dei sapienti (fuqahâ) riguardo la partecipazione delle donne al combattimento, essa è spiegato così:

“Se delle forze (nemiche) attaccano un paese, il combattimento diviene obbligatorio per tutti gli abitanti, uomini o donne…”

Questo giudizio è valido nei paesi le cui terre, beni, vite e onore siano stati violati, così come per i musulmani oppressi. Esattamente come il popolo Iracheno, Palestinese, Afghano, ecc… sotto l’oppressione.

La donna musulmana del XXI secolo deve tirarsi su le maniche e accettare senza esitazioni la parte di responsabilità che le incombe; affinché l’Islâm trionfi, ma anche perché i musulmani siano governati dalle leggi dell’Altissimo.

Le parole, l’amore per questa da‘wah devono scendere fino al cuore e non fermarsi soltanto alle labbra.

La responsabilità della da‘wah che avvolge il cuore…
L’amore, la dedizione verso Allah e il Suo Messaggero (pace e benedizioni di Allah su di lui) devono trasformarsi in azione, affinché essa sommerga tutta la terra… così come fecero il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) e i suoi Compagni (radiAllahu ‘anhum).

L’Islâm attende in modo estraneo (gharib) le Maryam, le Khadijah e le sahabiyyât di questa epoca, affinché l’Islâm domini il mondo intero…

Questo appello (da‘wah) sarà la causa per cui l’uomo credente e la donna credente trovino nuovamente onore, gloria e dignità. Questa riunificazione seminerà di nuovo la paura nel cuore dei miscredenti, con il permesso di Allah.

Essere credente musulmano significa essere superiore, la forza dell’umanità, e infine è anche la conquista del XXI secolo… significa riunirsi sulla via che conduce verso il Paradiso, Al-Firdaws. Vuol dire anche essere il servitore benamato di Allah (che Egli sia Esaltato). Essere semplicemente la comunità del proprio benamato, Muhammad (sallAllahu ‘alayhi waSallam).
Essere la donna credente musulmana, significa preparare l’esercito onorabile e glorioso dell’Islâm, i futuri e le future sapienti, militanti, ma anche persone qualificate in tutti i dominii…
 
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hayat_2alby
view post Posted on 14/7/2010, 17:00




DONNE E LAVORO
Fatwa n° 106815

Linee guida sul lavoro delle donne fuori casa

Sono una studentessa in ingegneria di venti anni. Lavoro durante l'estate in un negozio fisso; per pagare le tasse del college, sto peccando? Metto il niqab, e qualche volta ho la sensazione che nessun uomo religioso si propone a me per questo motivo.

Lode ad Allah.
Primo:
Il principio di base è che una donna dovrebbe restare a casa e non uscire se non per scopi necessari. Allah dice (interpretazione del significato):
“E rimanete nelle vostre case, e non mostratevi come era costume ai tempi dell'ignoranza ” [al-Ahzaab 33:33]

Anche se questo era indirizzato alle mogli del Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam), si applica anche alle donne credenti. E' indirizzato solo alle mogli del Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) a causa del loro onore e status con il Messaggero di Allah (sallAllahu alayhi wa sallam), e perché esse sono esempi per le donne credenti.

Il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) disse: “La donna è 'awrah, e se esce, shaytan aumenta la sua speranza (di fuorviarla). Non è mai più vicina ad Allah di quando rimane nella sua casa.” Narrato da Ibn Hibbaan e Ibn Khuzaymah; classificato come sahih da al-Albani ne al-Silsilah al-Shaheehah, no. 2688.

Ed egli (saas) disse riguardo la preghiera della donna nella moschea: “Le loro case sono meglio per esse.” Narrato da Abu Dawud (576) e classificato come sahih da al-Albani nel Sahih Abu Dawud.
Per ulteriori informazioni per favore vedere la domanda n° 6742.

Secondo:
È permesso alla donna uscire di casa per lavoro, ma ciò è soggetto a determinate condizioni. Se esse sono soddisfatte è lecito per lei uscire. Esse sono:
- Che ha bisogno di lavorare per acquisire il denaro di cui ha bisogno, come nel tuo caso.
- Il lavoro dovrebbe essere adatto alla natura della donna, e non dovrebbe esserci mescolamento con uomini non-mahram.
- Il lavoro dovrebbe essere in un posto che è solo per donne, e non dovrebbe esserci mescolanza con uomini non-mahram.
- Anche se sul posto di lavoro ella dovrebbe osservare l'hijab completo prescritto dalla Shari'ah.
- Il suo lavoro non deve portarla a viaggiare senza un mahram.
- Il suo andare a lavorare non dovrebbe comportare il commettere qualche azione
haram, come essere sola con un autista, o mettere profumo dove i non-mahram possono sentirlo.
- Questo non dovrebbe portarla a trascurare cose che sono più essenziali per lei, come badare alla sua casa, a suo marito e ai figli.

Shaykh Muhammad ibn Saalih al-'Uthaymin disse:
Il campo in cui lavora la donna dovrebbe essere solo per donne, come nell' insegnamento alle ragazze , sia nell'amministrazione che nel supporto tecnico,o lavora a casa come sarta cucendo vestiti per donne eccetera. Quanto al lavorare in settori che sono per uomini, ciٍ non è permesso per lei perché le richiede il mischiarsi con gli uomini, che è una grande fitnah (fonte di tentazione e problemi) e dovrebbe essere evitato. Va notato che è provato che il Profeta (sallAllahu alayhi wa sallam) disse: “Non ho lasciato dietro di me nessuna fitnah più dannosa per gli uomini delle donne; la fitnah dei Figli di Israele ebbe a che fare con le donne.” Quindi l'uomo dovrebbe mantenere la sua famiglia lontana dai luoghi di fitnah e le sue cause in ogni circostanza. Fine citazione.
Fataawa al-Mar'ah al-Muslimah (2/981)

Se queste condizioni sono soddisfatte nel tuo lavoro, allora non c'è niente di sbagliato nel farlo in sha Allah.
Chiediamo ad Allah di concederti un marito giusto, poiché Egli è in grado di farlo.
E Allah conosce meglio.
Islam Q&A
dhikr.splinder.com/tag/hijab
 
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hayat_2alby
view post Posted on 20/7/2010, 00:15




ESSERE UNA DONNA MUSULMANA

Imam Abdessalam Yassine

Come ogni società sana, la società musulmana aspira alla stabilità e al benessere della famiglia, e il pilastro centrale su cui poggia tale stabilità è la donna.

Qual è quindi il paradigma di donna musulmana che il Corano designa?

Il Corano traccia il ritratto ideale del fedele, uomo e donna, nel capitolo chiamato Al-Forqan (Il Discrimine, v. 63-74). Undici sono le qualità morali e spirituali che il credente modello deve sviluppare per vivere il benessere nella famiglia e nella società:
"I servitori esemplari di Dio camminano umilmente sulla terra e non perdono il loro tempo in vano nelle controversie con i non credenti. Trascorrono parte della notte prostrati e retti davanti al loro Signore, pregando Dio affinché li risparmi dal tormento perpetuo dell'inferno, e spendono una parte ragionevole del loro reddito per carità. Non invocano mai altra dio assieme a Iddio, non uccidono mai, se non per giustizia, un' anima che Dio ha reso sacra, non fornicano, non rendono falsa testimonianza, non frequentano le persone occupate dalle futilità della vita. Ascoltano con attenzione la Parola di Dio."

Questi versetti illustrano il modello di donne e uomini di fede, devoti in preghiera, che pregano Dio confidenti nella sua misericordia: "Signore nostro! Donaci la gioia e il conforto nei nostri coniugi e nei nostri figli e fai di noi un modello e una guida da seguire per i timorati (di Te)".

Tale è l’importanza che l’Islam ripone nella felicità della famiglia, e tale è il ruolo della donna musulmana, perno di questo benessere familiare.
La donna modello descritta nel Corano è l’opposto della creatura insignificante e oppressa che vediamo, al giorno d’oggi, nelle nostre società provate dall'analfabetismo e appesantite dalle ingiuste tradizioni maschiliste. L'islam con la sua Legge e il suo ideale di donna ha già liberato una volta, al tempo del Profeta, la donna araba dagli abissi dell’ingiustizia e della sofferenza.
Ed è ancor più urgente oggi emancipare la donna musulmana contemporanea, ricaduta, forse ancor più in basso della sua sorella pre-islamica, e salvarla dal baratro dell’ingiustizia e della negligenza dove langue.

La nostra epoca è forse meno indulgente verso le donne che quella in cui il padre era un uomo depravato, crudele e disumano che seppelliva il proprio neonato, qualora questo per “disgrazia” fosse una bambina!

La tragedia della donna musulmana di oggi è duplice. Vive divisa tra la condizione deplorevole in cui l'ingiustizia locale maschile la costringe, e il modello occidentale la cui apparente libertà attrae. Si trasforma in una imitazione della donna europea non appena dispone dei mezzi per farlo, e ciò succede se essa appartiene ad un ceto sociale "evoluto", modellato da un sistema scolastico e formativo occidentalizzato, il resto della popolazione femminile invece vegeta nell'ignoranza, non osando immaginare il minimo cambiamento.

I due, la donna "emancipata"e l'altra, ignorano i diritti che l'autentico Islam concede loro. Le giovani velate dell'Islam, che inquietano le scuole e le università francesi ed europee con la loro massiccia presenza, e che sfidano il giogo dell’oppressione nelle nostre terre, rappresentano l'avanguardia di una nuova presa di coscienza delle donne.

Sotto la legge islamica, la donna musulmana ha il diritto, un diritto che le tradizioni retrograde le sottraggono, di scegliere il suo futuro marito, di non accettare un pretendente che sotto condizioni (ivi compreso quella di non sposare una seconda moglie), di chiedere il divorzio, di lavorare e di assumere delle responsabilità sociali e professionali e di disporre liberamente e in tutta autonomia del proprio reddito.
Il suo diritto all'istruzione è conosce limitazione alcuna, così come il suo dovere di partecipare agli sforzi della società al fine di emanciparla e di liberare l’intera umma musulmana dalle catene del costume e della depravazione morale. In altre parole, ha il diritto di essere un essere umano a pieno titolo, degno di vivere nella decenza!

Parecchi sono i diritti della donna musulmana prescritti dalla legge: il primo di questi è quello di disporre dei mezzi e del tempo necessari per adorare il proprio Creatore e partecipare pienamente all'opera di devozione collettiva una volta assolti i propri doveri personali. A differenza della Chiesa, la legge islamica non la considera una creatura senza anima, responsabile del peccato originario e alleata del diavolo.

La donna musulmana deve essere informata e resa cosciente a proposito dei suoi diritti, e messa in grado di rivendicare la loro applicazione, nessun altro potrà compiere ciò al suo posto. Solo una solida base di consapevolezza dei propri diritti materiali e morali sarà in grado di liberarla dalla schiavitù ancestrale e permetterle di dedicarsi ai suoi doveri. Il lavoro richiesto per emancipare i musulmani è arduo e esige la buona volontà di tutti, donne e uomini, fianco a fianco.

Leggiamo nel capitolo Al-Mulk che Dio ha creato la morte e la vita per metterci alla prova e sapere chi di noi meglio opererà? Il governo islamico da solo non potrà liberare la strada e appianare le difficoltà in questo campo, senza lo sforzo congiunto dell'uomo e della donna che investono se stessi con perseveranza .

Il tocco femminile è più di un complemento alla risolutezza maschile: la sua delicata sensibilità e il suo amore materno sono insostituibili, anzi decisivi nello sforzo di cambiamento. La mano ferma di un governo islamico può e deve fermare l'emorragia di una società ferita, ma chi altro se non la compassione femminile potrà curare delicatamente le ferite fisiche e psicologiche, e applicare il balsamo della guarigione necessario dopo tanta sofferenza?

http://www.yassine.net/en/mishkate/pages/Y...OK&ChapterID=53
 
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hayat_2alby
view post Posted on 28/8/2010, 10:10




L' EREDITA' DI EVA?

Le tre religioni sono tutte d' accordo su un fatto fondamentale: sia che le donne che gli uomini sono stati creati da Dio, il Creatore dell' Universo intero.
tuttavia, il disaccordo comincia presto dopo la creazione del primo uomo, Adamo, e della prima donna, Eva.
Uno sguardo attento nella storia della creazione rivela alcune differenze essenziali: il Corano, al contrario della Bibbia, da' la colpa ad entrambi, in ugual modo, sia ad Adamo che ad Eva per il loro errore.

In nessuna parte del Corano si puo' trovare che Eva abbia tentato di convincere Adamo a mangiare dall' albero e nemmeno che lei avesse mangiato prima di lui.
Eva, dunque, nel Corano, non e' tentatrice, seduttrice e nemmeno ingannatrice....
Entrambi hanno commesso un peccato e hanno chiesto il perdono di Dio, e Lui li ha perdonati entrambi.

La concezione Islamica della prima creazione e' trovata in parecchi versetti del Corano, per esempio:

SURAH VII Al-A'râf, vv. 19-26

19. [E disse]: “O Adamo, abita il Paradiso insieme con la tua sposa; mangiate a vostro piacere ma non avvicinatevi a questo albero, ché allora sareste tra gli ingiusti”.
20. Satana li tentò per rendere palese [la nudità] che era loro nascosta. Disse: “Il vostro Signore vi ha proibito questo albero, affinché non diventiate angeli o esseri immortali”.
21. E giurò: “In verità sono per voi un consigliere sincero”.
22. Con l'inganno li fece cadere entrambi. Quando ebbero mangiato [dei frutti] dell'albero, si accorsero della loro nudità e cercarono di coprirsi con le foglie del Giardino. Li richiamò il loro Signore: “Non vi avevo vietato quell'albero, non vi avevo detto che Satana è il vostro dichiarato nemico?”.
23. Dissero: “O Signor nostro, abbiamo mancato contro noi stessi. Se non ci perdoni e non hai misericordia di noi, saremo certamente tra i perdenti”.
24. “Andatevene via - disse Allah - nemici gli uni degli altri!*
Avrete sulla terra dimora e godimento prestabilito.

*[“nemici gli uni degli altri”: Adamo ed Eva contro Satana]

25. Di essa vivrete - disse Allah - su di essa morrete e da essa sarete tratti.”
26. O figli di Adamo, facemmo scendere su di voi un abito che nascondesse la vostra vergogna e per ornarvi, ma l'abito del timor di Allah è il migliore. Questo è uno dei segni di Allah, affinché se ne ricordino!
 
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PippoPippaPippe
view post Posted on 12/6/2016, 21:46




Grazie.
 
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5 replies since 5/7/2010, 01:29   1616 views
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