| “Fa parte dei Suoi segni l'aver creato per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono” (30:21).
“Nelle notti del digiuno vi è stato permesso di accostarvi alle vostre donne; esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro. Allah sa come ingannavate voi stessi. Ha accettato il vostro pentimento e vi ha perdonati. Frequentatele dunque e cercate quello che Allah vi ha concesso. (2: 187)
“Le vostre spose per voi sono come un campo. Venite pure al vostro campo come volete, ma predisponetevi; temete Allah e sappiate che Lo incontrerete. Danne la lieta novella ai credenti!” (2:223)
“O voi che credete, non vi è lecito ereditare delle mogli contro la loro volontà*. Non trattatele con durezza nell'intento di riprendervi parte di quello che avevate donato, a meno che abbiano commesso una palese infamità. Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene. Se volete cambiare una sposa con un'altra, non riprendetevi nulla, anche se avete dato ad una un qintâr d'oro: il riprendere sarebbe un oltraggio e un peccato evidente. E come lo riprendereste, dopo che vi siete accostati l'uno all'altra e dopo che esse hanno ottenuto da voi una stretta alleanza?.” (4:19-21)
*[ Nel costume arabo preislamico la vedova faceva parte dell'eredità del defunto. L'erede ne disponeva a suo piacimento, sposandola se la voleva, maritandola ad un terzo lucrando la dote, o tenendola presso di sé in condizione di semischiavitù. Il Corano ristabilisce la piena dignità della donna e proibisce questa pratica]
“Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato (...)” (4:34).
traduzione a cura di Hamza Piccardo
Narrò il Profeta Mohamed (pbsl): «I migliori uomini della mia comunità sono i migliori con le loro spose e le migliori donne della mia comunità sono le migliori verso i loro sposi. Ogni donna di queste ultime avrà come ricompensa quotidiana l’equivalente di mille martiri morti sulla Via di Dio. Mentre ogni uomo che sarà buono con sua moglie avrà l’equivalente quotidiano di cento martiri caduti sulla via di Dio.»Al che ‘Umar Ibn-Al Khattab gli chiese: «Perchè la donna ha il compenso di mille martiri mentre l’uomo soltanto cento?» «Forse ignori che la donna ha maggior ricompensa presso Dio e più qualità che l’uomo?! Iddio eleverà l’uomo al Paradiso ad un livello che dipenderà dalla soddisfazione della sua sposa e in relazione ai suoi du’ha per lui», concluse il Profeta.”
da Ibn Mu'aawiyah Hakim da suo padre che ha detto, "ho detto, 'O Messaggero di Allah (Sallallaahu alayhi wa sallam), Qual' è il diritto che una delle nostre mogli ha su di noi?' Così egli ha detto, 'Dalle da mangiare quando tu mangi, dalle vestiti da indossare quando tu indossi vestiti, e non colpirla sul viso, non insultarla e non fare hijrah da lei, ad eccezione che in casa.'
nel giorno di Arafat, durante il Pellegrinaggio d'Addio, il Profeta (pbsl) disse: "Temete Allah riguardo le donne, perché in verità le avete prese come una fiducia (amanah) da parte di Allah e siete stati autorizzati ad avere rapporti intimi con loro dalla Parola di Allah".
Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: "Le donne che assumono i comportamenti degli uomini non sono dei nostri, e nemmeno quegli uomini che assumono i comportamenti delle donne"
Abu Hurayra (radiAllahu 'anhu) raccontò che: "Il Profeta (PBSL) maledisse l'uomo che veste abiti femminili e la donna che veste abiti maschili" Egli disse pure: "Tre non avranno accesso al Paradiso, e Allah Ta'ala li ignorerà il Giorno della Resurrezione: colui che non rispetta i doveri verso i suoi genitori, la donna che assume maniere e comportamenti dei maschi e vuole somigliare loro, e colui che coscientemente scusa e facilita il peccato di fornicazione (zinâ') nei confronti di sua moglie"
“…Quando chiedete ad esse un qualche oggetto, chiedetelo da dietro una cortina: ciò è più puro per i vostri cuori e per i loro. …” (33:53).
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Redatto da Sevde Gök tradotto in francese da ~OumZubeyrBasir~ dell’équipe AlMujaddida AlMujaddidaPublications
Il ruolo della donna musulmana nella società consiste nel vivere con onore e gloria.
فَإِنَّ الْعِزَّةَ لِلَّهِ جَمِيعًا
In verità tutta la potenza appartiene ad Allah (Corano IV. An-Nisâ’, 139)
وَلِلَّهِ الْعِزَّةُ وَلِرَسُولِهِ وَلِلْمُؤْمِنِينَ
La potenza appartiene ad Allah, al Suo Messaggero e ai credenti (Corano LXIII. Al-Munâfiqûn, 8 )
Le donne credenti, pure monoteiste, che cercano la potenza e l’onore, trovano questi ultimi presso Allah e il Suo Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam), attraverso una fede totale, priva di qualsiasi dubbio.
Per essere dotate di potenza e di onore, occorre prima di tutto essere credenti sincere, e vivere la propria religione come si deve. Quando la fede si annida nel cuore, essa si riflette sul cervello e su tutti gli altri organi del corpo. Bisogna che il cuore sia credente (mu’min) e il cervello, così come tutti gli altri organi, siano sottomessi (musulmani). Così, l’Islâm deve essere sovrano in ogni tappa della vita. La fede e la sottomissione devono realizzare questo. Dopo la fede viene l’obbedienza ad Allah e al Suo Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui). In seguito, vengono le buone azioni.
In questo XXI secolo, in cui l’Islâm non è affatto dominante sulla terra, il ruolo della donna è quello di prendere in mano il suo destino, in sostegno agli uomini credenti, allo scopo di assicurare la sovranità di Allah. Inoltre, ella deve compiere ogni sforzo possibile per raggiungere il suo scopo. Prima di tutto, uno dei ruoli più importanti del credente sincero è quello di assicurare la protezione della religione, della ragione (‘aql), della vita, della proprietà (dei beni) e dell’onore (cfr. l’hadîth a questo proposito). In questa missione, il ruolo della donna è di un’ampiezza e di una serietà importantissime.
La donna credente che costruirà la società islamica servirà la sua religione come una militante, educando dei combattenti, dei pii e delle pie.
Nella società islamica, la religione della donna viene protetta personalmente dal comandante (Amîr) dei credenti. Il dirigente (Imâm) e i credenti sinceri che hanno prestato alleanza faranno il necessario contro le persone che attaccano la religione. In suddetta società, la donna o le donne non devono fare alcuno sforzo di auto-difesa contro costoro, poiché non sono sole in questa lotta. La loro ragione, la loro vita, i loro beni e il loro onore sono protetti personalmente dagli uomini credenti, basandosi sulle leggi di Allah e del Suo Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam).
Il migliore esempio a questo riguardo è il seguente avvenimento:
Ai tempi dello Stato Islamico di Medina, il primo tradimento dei giudei appartenenti alla tribù dei Bani Qaynuqâ’ consistette nello strappare il velo che copriva una donna musulmana. Dinanzi a questo tradimento, il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) assediò la tribù dei Bani Qaynuqâ’. In seguito, sotto la protezione di ‘Abdullah ibn Salûl, il capo degli ipocriti, i giudei lasciarono Medina per dirigersi verso Damasco.
Attraverso questo esempio, possiamo vedere come il capo della comunità musulmana, cioè il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) stabilì dei limiti e protesse le donne, e la Lode spetta ad Allah.
È dovere della società musulmana proteggere la donna credente coscienziosa del suo modo di vita; queste donne che pongono basi solide affinché nessuno possa recare oltraggio alla loro religione, alla loro ragione, alla loro vita, ai loro beni e al loro onore. Soltanto, tramite la sua alleanza stretta con l’Amîr dell’Islâm, la donna deve accettare coscientemente una responsabilità molto importante.
A questo proposito, delle informazioni importanti sono evocate in Fiqhu-s-Sira:
I musulmani devono rialzarsi per poter essere una civiltà eminente. Per questo le donne devono unirsi agli uomini nel compimento delle responsabilità. Tuttavia, il califfo o il giudice dei musulmani devono prendere in considerazione l’opinione delle donne riguardo agli argomenti che sono loro accessibili e permessi. Devono, inoltre, riconoscere l’importanza dei loro punti di vista riguardo alle decisioni da prendere per la società islamica, così come gli uomini hanno diritto a prendere la parola. E senza distinzione tra i due.
Se osserviamo le cose da questo punto di vista, osserveremo che la donna è altrettanto responsabile dell’apprendimento dei precetti e degli obblighi della sua religione. Allo stesso modo dell’uomo. Ma ella deve anche equipaggiarsi (nel quadro del permesso e del possibile) di armi di tutti i tipi, come la scienza e la strategia. Si tratta di una necessità, di cui equipaggiarsi per precauzione contro gli agguati di coloro che vorrebbero distruggere l’Islâm. Tale è la situazione per cui la donna pia possa portare con idoneità il pesante fardello dell’alleanza. Poiché tutti potranno constatare che non è possibile alla donna ignorante assumere questa responsabilità, e ancor meno essere vigilante dinanzi alle astuzie degli stranieri.
Ciò significa che sotto la protezione personale del dirigente dei musulmani, una scienza importante sarà insegnata alla donna, sempre nel quadro del lecito; ma le sarà altresì permesso di essere responsabile dei dominii che sarà capace di dirigere.
Il bambino pio e militante che la donna credente musulmana metterà al mondo con il nome di Allah (basmalah) e quello che ella educherà con il nome di Allah, sarà la base della società islamica.
Perché la base di questa società sia ferma e solida, gli uomini futuri, credenti sinceri, dovranno ricevere l’educazione di una donna pia (la madre), istruita, credente e casta. Così, la società islamica sarà preparata dalle mani della donna credente musulmana.
Nell’Islâm, la donna non è mai posta in secondo piano. Responsabilizzato in particolare da Allah e dal Suo Messaggero, un regime, un potere è stato posto in essere per proteggere la donna in tutte le situazioni.
Una nazione che perde la castità della donna è come se perdesse il suo onore, la sua gloria, il suo Stato, il suo futuro, così come le generazioni a venire. In rapporto a tutto ciò, gli uomini della nostra epoca devono rivedere la loro fede, le loro opere, ma anche il loro ruolo di “pastori” in seno alla famiglia. Gli uomini della comunità musulmana devono riflettere di nuovo sulla fede (îmân), sulla castità delle loro figlie e delle loro spose, sul modo in cui esse proteggono oppure no il loro pudore (‘awrah, ossia tutta la parte del corpo che l’essere umano copre per pudore), e infine passare all’azione. Poiché l’ambiente in cui viviamo, purtroppo è desolante e lamentevole.
La donna simbolizza l’onore, la gloria, la dignità e le generazioni future. Come l’esempio di Maryam (‘alayha-s-salâm)… Le donne simbolo di decenza educheranno i migliori capi e membri della società islamica, cioè i Gesù, i Mosè e i Muhammad di questa bella società. Con questo potere, essi sfideranno, affronteranno e insorgeranno contro i Taghût (divinità adorate all’infuori di Allah) del mondo intero, libereranno gli oppressi dall’oppressione e l’oppressore dall’opprimere, con il permesso di Allah (che Egli sia Esaltato).
Il principio di uguaglianza nell’Islâm è riconosciuto secondo i sentimenti di umanità e di aiuto reciproco. Per assicurare questa uguaglianza tra i musulmani, è sufficiente porre in evidenza la regola precisata in questa parola del Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam): “Il diritto di protezione e di sicurezza donato da Allah è uguale per ciascun individuo tra i credenti; vi sono inclusi anche i più deboli”.
Detto in altre parole, il diritto di protezione e di sicurezza del musulmano deve essere preso in conto e rispettato dovunque sia. Chiunque (musulmano) si sia fatto carico della protezione.
Non è possibile, nell’Islâm, per chiunque sia (giudice, colpevole, ecc) non prendere in considerazione la protezione di un’altra persona, di cui si sia fatto carico un musulmano. Riguardo a questo punto, non vi può assolutamente essere differenza tra la donna e l’uomo musulmani.
Dovunque sia, il rispetto è dovuto, così come la protezione e la tutela della donna musulmana. Qualunque sia il suo ruolo o il suo grado, nessuno ha il potere di non prendere in considerazione questa protezione. A questo proposito, l’opinione è unanime per consenso dei sapienti delle scuole giuridiche, così come di tutti i sapienti.
Bukhârî, Muslim e altri riportarono queste parole di Umm Hânî (che Allah sia soddisfatto di lei), figlia di Abû Tâlib, rivolte al Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) all’epoca della conquista di Mecca: “O Messaggero di Allah, il figlio di mia madre (‘Alî) ha detto a Ibn Hubayr di massacrare il Tale, nonostante io abbia assicurato protezione e dato la mia parola a questa persona”.
Il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) rispose: “O Umm Hânî, noi assicuriamo protezione e fiducia a colui cui anche tu hai assicurato fiducia e protezione”.
Quando meditiamo profondamente questo fatto, è importante cogliere la differenza tra il vantaggio riconosciuto alla donna sotto la protezione e all’ombra dell’Islâm, di cui non incontriamo eguale nelle altre culture – una stessa uguaglianza sociale ed umana raggiunta altresì dall’uomo; e dall’altra parte l’imitazione e l’ostentazione esposte dagli ammiratori della moderna civiltà di oggigiorno.
In realtà, questi principi di uguaglianza che si basano sulla natura primordiale mirano alla felicità del genere umano in generale, uomini o donne.
Sotto uno sguardo d’insieme il più ampio possibile, senza mirare soltanto ai desideri animali, la donna è vista come una fonte di felicità e di consolazione per l’uomo.
Questa uguaglianza umana comprende i principi di giustizia, di adorazione, di benevolenza, di unione, di aiuto reciproco e di uguaglianza. Il mistero di questo argomento è nascosto nel versetto 71 della Sûrah del Pentimento: I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono l’orazione pagano la decima e obbediscono ad Allah e al Suo Messaggero. Ecco coloro che godranno della misericordia di Allah. Allah è eccelso, saggio (Corano IX. At-Tawbah, 71)
Ma, ancora, il nostro Creatore, Allah (che Egli sia Esaltato) dichiara ciò che significa la benevolenza e l’aiuto reciproco nel versetto 177 della Sûrah della Giovenca: La carità non consiste nel volgere i volti verso l’Oriente e l’Occidente, ma nel credere in Allah e nell’Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l’orazione e pagare la decima*. Coloro che mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che sono veritieri, ecco i timorati (Corano II. Al-Baqarah 177)
In questo versetto ci vengono indicati tre argomenti principali: 1 – Una fede pura 2 – L’elemosina nel sentiero di Allah 3 – Essere sulla via dell’adorazione e della pazienza
Come nelle condizioni della professione di fede, gli uomini e le donne sono eguali nell’applicazione di queste opere e sono responsabili allo stesso livello.
La più grande bontà, la migliore via su cui si incamminerà la donna credente musulmana per il suo Aldilà e la sua vita di quaggiù, consisterà nell’essere la causa per l’elevazione della società islamica, materialmente e spiritualmente, educando con perseveranza il figlio militante, combattente. Così, in quanto a benevolenza, le sue opere le saranno sufficienti.
A questo proposito, Asmâ’, figlia di Abî Bakr (che Allah sia soddisfatto del padre e della figlia) costituisce il miglior esempio per le donne musulmane, fino all’Ultimo Giorno. Asmâ’, che visse per molti anni, votò personalmente suo figlio al jihâd all’epoca dell’oppressore Al-Hajjaj. L’ingiusto Al-Hajjaj aveva lapidato con delle catapulte la Ka‘bah e l’esercito dell’Islâm. Aveva lasciato dietro di sé un piccolissimo numero di combattenti (mujâhidîn). Quando Asmâ’ vide suo figlio ‘Abdullah ritornare a casa, dopo aver posato il suo scudo, gli rivolse le seguenti parole:
“Chiederò più tardi i miei diritti nei tuoi confronti, se, avendo posato lo scudo, non combatterai di fronte all’oppressore Al-Hajjaj. O ‘Abdullah, che mi giunga la notizia della tua vittoria o del tuo martirio!”.
Parlandogli così, lasciò partire suo figlio verso il viaggio del martirio, pur sapendo che non sarebbe più tornato. Una donna appartenente realmente all’Islâm deve essere così, una donna liberata e sottomessa (ad Allah)…
Una donna cosciente dello scopo della sua creazione vivrà per la sua da‘wah (missione). Se occorre, non esiterà a sacrificare i suoi figli, così come tutte le cose che ama, per la propagazione dell’Islâm. Questa sarà la più grande opera e utilità della donna credente musulmana per la società islamica.
Vi è jihâd per le donne nella società islamica?
L’Imâm Al-Bukhârî riporta, da ‘Aisha (che Allah sia soddisfatto di lei) che quest’ultima chiese al Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) il permesso di partecipare al Jihâd, ed egli le rispose: “Il jihâd di voi donne è il pellegrinaggio”
A causa della loro debolezza (fisica) le donne sono risparmiate dal combattimento contro i miscrendenti, ossia dalla partecipazione al jihâd (militare). Lo scopo di questo giudizio è quello di precisare giustamente che esse non saranno private delle “hasanât” guadagnate partecipando a quest’ultimo.
Ciò sarà ricompensato compiendo il pellegrinaggio. I sapienti spiegano in tal modo questo hadîth.
Come abbiamo precisato innanzi, la donna monoteista credente musulmana prepara i suoi figli perché si impegnino nel sentiero di Allah. In questo modo, ciò sarà il mezzo di vedersi iscritte delle buone azioni equivalenti al jihâd. Ma se dobbiamo riferirci alle parole dei sapienti (fuqahâ) riguardo la partecipazione delle donne al combattimento, essa è spiegato così:
“Se delle forze (nemiche) attaccano un paese, il combattimento diviene obbligatorio per tutti gli abitanti, uomini o donne…”
Questo giudizio è valido nei paesi le cui terre, beni, vite e onore siano stati violati, così come per i musulmani oppressi. Esattamente come il popolo Iracheno, Palestinese, Afghano, ecc… sotto l’oppressione.
La donna musulmana del XXI secolo deve tirarsi su le maniche e accettare senza esitazioni la parte di responsabilità che le incombe; affinché l’Islâm trionfi, ma anche perché i musulmani siano governati dalle leggi dell’Altissimo.
Le parole, l’amore per questa da‘wah devono scendere fino al cuore e non fermarsi soltanto alle labbra.
La responsabilità della da‘wah che avvolge il cuore… L’amore, la dedizione verso Allah e il Suo Messaggero (pace e benedizioni di Allah su di lui) devono trasformarsi in azione, affinché essa sommerga tutta la terra… così come fecero il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) e i suoi Compagni (radiAllahu ‘anhum).
L’Islâm attende in modo estraneo (gharib) le Maryam, le Khadijah e le sahabiyyât di questa epoca, affinché l’Islâm domini il mondo intero…
Questo appello (da‘wah) sarà la causa per cui l’uomo credente e la donna credente trovino nuovamente onore, gloria e dignità. Questa riunificazione seminerà di nuovo la paura nel cuore dei miscredenti, con il permesso di Allah.
Essere credente musulmano significa essere superiore, la forza dell’umanità, e infine è anche la conquista del XXI secolo… significa riunirsi sulla via che conduce verso il Paradiso, Al-Firdaws. Vuol dire anche essere il servitore benamato di Allah (che Egli sia Esaltato). Essere semplicemente la comunità del proprio benamato, Muhammad (sallAllahu ‘alayhi waSallam). Essere la donna credente musulmana, significa preparare l’esercito onorabile e glorioso dell’Islâm, i futuri e le future sapienti, militanti, ma anche persone qualificate in tutti i dominii…
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